I partiti della maggioranza hanno consegnato ieri al governo le loro proposte di modifica della Finanziaria. È un pacchetto che da solo vale fra i cento e i duecento milioni e adesso toccherà al presidente Schifani e all’assessore Alessandro Dagnino valutare a quante e quali di queste iniziative dare copertura.
È un passaggio cruciale. Nei prossimi quattro giorni Palazzo d’Orleans provvederà a scrivere il primo maxi emendamento alla manovra. L’obiettivo è fare in modo che lunedì la Finanziaria esca facilmente dalla commissione Bilancio per poter poi iniziare il proprio cammino un aula in vista di un traguardo fissato, per ora, al 20 dicembre.
Scegliere quali emendamenti accettare non è operazione semplice. Quelli proposti da Fratelli d’Italia valgono da soli fra i 60 e i 70 milioni. Nell’elenco il capogruppo Giorgio Assenza ha inserito misure l’aumento di fondi per gli Ato idrici e gli Istituti autonomi case popolari.
E poi ancora i meloniani chiedono di aumentare il budget destinato agli aeroporti di Trapani e Comiso per offrire incentivi alle compagnie aeree che faranno scalo lì.
C’è pure un emendamento che punta a dare copertura agli aumenti di stipendio dei consiglieri comunali e della giunta di Catania, non scattati l’anno scorso per via del fatto che il Comune era in crisi finanziaria.
La Lega ha consegnato emendamenti che valgono una trentina di milioni. Uno punta ad assegnare un ristoro ai Comuni che hanno stabilizzato, anche parecchi anni fa, senza aver ricevuto aiuti dalla Regione: «A partire dal 2025 - ha illustrato il capogruppo Salvo Geraci - i Comuni che hanno assunto a tempo indeterminato il personale precario, indipendentemente dalla data di stabilizzazione, riceveranno un contributo economico per ogni singolo contratto dalla Regione. Ciò per evitare disparità con le amministrazioni che dal 2019 hanno ottenuto contributi a questo scopo».
Forza Italia ha chiesto di stabilizzare il personale precario dei consorzi di bonifica e in seconda battuta di aumentare le giornate di lavoro fino a un massimo di 156 per chi non avrà il posto fisso. Allo stesso modo la Lega ha chiesto di aumentare le giornate dei forestali, in questo caso spingendo verso le 178. E un’altra proposta mira a stabilizzare o aumentare le giornate di impiego pure per i precari dell’Ente sviluppo agricolo. E Marco Intravaia ha proposto di assegnare 400 mila euro ai Comuni che attrezzeranno le spiagge per i disabili.
Praticamente tutti i partiti hanno chiesto di aumentare o prevedere nuovi contributi per il settore delle aziende agricole e zootecniche, piegato dalla crisi idrica e dalle epidemie (per esempio la Blue Tongue).
E fin qui si sta discutendo solo delle proposte che la maggioranza chiama «temi generali», cioè non legate a specifici territori come nel caso dei contributi a enti o associazioni. Questi ultimi, che nessuno esclude, verranno presentati direttamente durante i giorni di votazione in aula. Anche se un accordo siglato a Palazzo d’Orleans una settimana fa dovrebbe limitarli a fondazioni ed enti ecclesiastici. Oppure i fondi per eventi e manifestazioni dovrebbero essere affidati ai Comuni, lasciando ai sindaci l’individuazione degli enti e delle associazioni attraverso le quali spendere i budget.
Per il momento però il dibattito nella maggioranza è legato ai «temi generali». Dagnino oggi discuterà con Schifani delle proposte ricevute: «Dobbiamo valutare la condivisibilità delle richieste pervenute. Al momento non è un problema di costi. Una volta concordate le misure su cui puntare si passerà a decidere quanto investire su questi temi».
È inevitabile che questa fase si tradurrà nella scelta di quanto allargare la spesa. E su questo Dagnino anticipa che «il governo ha un margine di manovra». I giorni da qui a domenica serviranno proprio a valutare quanto mettere sul piatto per rendere più agile il cammino della Finanziaria in commissione: accettare quante più proposte, almeno della maggioranza, significa abbattere i tempi e restare sulla tabella di marcia che conduce al traguardo di giorno 20.
E in quest’ottica l’assessore introduce una ipotesi per mediare fra le centinaia di proposte ricevute e la prevedibile carenza di risorse per dar loro copertura: «Potremmo prevedere di approvare queste misure cercando in corso di esercizio di completare il budget necessario».
Fuori dal burocratese potrebbe funzionare così: il governo inserirebbe le proposte degli alleati, anche quelle più dispendiose, nel maxi emendamento ma assegnando a molte un budget minimo. Si creerebbero così nuovi capitoli di bilancio da integrare poi nel corso dell’anno quando si porteranno all’Ars le manovre correttive.
Questo dovrebbe servire a serrare le file nella maggioranza e fronteggiare così il muro che finora ha alzato l’opposizione.
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