Arredato con sedie, scrivania e materiale d’ufficio, con tanto di pianta (vera) regolarmente innaffiata e in perfetto stato di salute. Mobilio del Comune che i guardiani abusivi della Fiera, ora volatilizzati, hanno usato per ricevere utenza e clienti in tutto comfort.
Del resto, avevano loro le chiavi delle serrature e dei lucchetti delle catene messe a porte e cancelli e che giovedì mattina (ma la notizia si è appresa solo ieri) sono stati letteralmente scardinati con le tenaglie e la fiamma ossidrica, nel blitz della polizia municipale nell’impianto sotto Monte Pellegrino. Magazzini e padiglioni con tanta roba, che sono stati sottoposti a sequestro penale: segno che c’è un’inchiesta aperta dalla Procura. A maggior ragione perché nei giorni scorsi si erano mossi anche i carabinieri.
L’incursione è stata fatta dopo l’esposto presentato in Procura (anticipato dal Giornale di Sicilia) la scorsa settimana dall’assessore alle Attività produttive, Giuliano Forzinetti, presente all’espugnazione di quello che era diventato il fortino di «signori nessuno» che lì però hanno vissuto per anni, con tanto di esclusivo mazzo di chiavi e gestione di spazi. Senza avere alcun titolo a starci dentro, visto che, come si è ora scoperto, non sono dipendenti comunali.
È stato trovato anche quello in uno degli edifici abbandonati dall’uso pubblico, ma gestito in «attività» parallela dagli abusivi. Per fare cosa, è tutto da capire. Ma è la prima risposta plastica all’allarme lanciato dall’esponente della Dc sul rischio di infiltrazioni nei prossimi eventi in itinere da fine mese a dicembre, nella struttura che tenta la rinascita dopo decenni di oblio.
Il blitz è scattato intorno alle 10,30 e ha visto il coinvolgimento di dieci agenti, che hanno cominciato ad aprire depositi e stanze della parte più dimenticata della Fiera. Con loro il comandante Angelo Colucciello, lo stesso Forzinetti e la ditta che si occupa di smaltimento di rifiuti speciali.
Nell’inventario finito nel verbale redatto dai vigili urbani, alla fine del lungo sopralluogo, molto materiale di risulta, spazzatura varia accatastata in piccole montagne, cassonetti pieni di cartelli della segnaletica per lavori in corso, latte di vernice e cemento. Sono stati già mobilitati alcuni mezzi della Rap per rimuovere nei prossimi giorni il grosso dell’immondizia. Non ne basterà uno.
Ma c’era anche la moquette «affittata» dai due all’Asp per sistemare il padiglione 20, dove venivano effettuati i vaccini anti Covid. Era stata smontata e messa di lato per il prossimo evento. Tra gli oggetti che hanno attirato l’attenzione dei vigili, anche un pezzo di cornicione con fregi artistici che avrebbe un certo valore.
In uno dei magazzini era stato pure portato rame rubato, presumibilmente dai primi accertamenti, da case popolari e una vecchia auto targata Ravenna, intestata alla società, poi fallita, che gestiva Torre Macauda a Sciacca. Il complesso alberghiero è stato al centro di una maxi inchiesta della guardia di finanza per bancarotta, truffa e riciclaggio dove compaiono anche due società del capoluogo. La macchina non è stata oggetto di denuncia di furto. Come è arrivata lì e perché? Non è l’unico quesito a cui dare risposta. Durante i controlli sono stati portati via diverse cataste di documenti e alcuni fascicoli vengono ritenuti degni di attenzione e sono ora sono al vaglio della polizia municipale.
L’esposto era stato inviato anche al prefetto Massimo Mariani, che dopo qualche giorno aveva ricevuto l’assessore Forzinetti; al questore Vito Maurizio Calvino e al comandante dei carabinieri Luciano Magrini. Proprio i militari sarebbero andati in Fiera nei giorni scorsi per sentire le persone che gravitano (legalmente) nel polo fieristico. Personale di due associazioni di volontariato, della Protezione civile e della Reset.
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