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La riforma sugli Enti locali ancora al palo

Seduta Ars, Assemblea regionale siciliana, in una immagine di archivio. ANSA

Anche gli ultimi tentativi in corso in commissione Bilancio non stanno permettendo all’Ars di uscire dall’impasse. Una intesa in grado di far votare almeno le norme principali della riforma degli enti locali è distante dall’essere trovata. E in questo clima nel pomeriggio dovrebbe essere ufficializzato lo stop definitivo al cammino di una legge contestata fin dall’inizio e che ha comunque tenuto il Parlamento impegnato da un mese. Al punto da mettere da parte altre norme destinate ad emergenze di vario tipo.

La riforma degli enti locali si è arenata di fronte alle maggioranze trasversali e tutte diverse che sono maturate intorno a ogni singolo articolo. Da quello che avrebbe permesso a tutti i sindaci della Sicilia di nominare subito un assessore in più a quello che avrebbe introdotto la figura del consigliere supplente, cioè il primo dei non eletti che subentra temporaneamente al collega che viene chiamato in giunta.
Se l’aula inizierà a votare in questa situazione, nel pomeriggio, nessuno è in grado di prevedere che tipo di legge verrà fuori. Considerando anche la contrarietà del governo alla maggior parte degli articoli. E questo suggerisce ai più navigati frequentatori di Sala d’Ercole di fermare tutto per evitare strappi profondi e complicati da ricucire.

Si fermerà però anche il dibattito sulla rappresentatività delle donne nelle giunte comunali. La norma in discussione prevedeva l’obbligo per ogni sindaco di riservare il 20% dei posti da assessore alle donne. Ma il fronte trasversale che si è mosso contro questa proposta chiede con forza che il limite venga alzato almeno fino al 40% per adeguarsi a quanto previsto a livello nazionale.
E tuttavia se la riforma venisse ritirata, come probabile, resterebbe in vigore la norma regionale che prevede per ogni sindaco l’obbligo di riservare appena un posto alle donne nelle giunte. Per questo la battaglia di sindacati e associazioni civiche andrà avanti anche al di là della decisione che l’Ars prenderà oggi.

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