Due in un colpo solo. L’Amat preme sull'acceleratore e, finalmente, approva i due bilanci su cui era in ritardo, il 2022 e il 2023. Il primo con una perdita che sfiora i 21 milioni di euro, debito che è stato deciso di sterilizzare fino al 2027 per non annichilire il capitale sociale; il secondo vede, invece, un utile superiore al milione e mezzo di euro. Uno scatto in avanti che apre un orizzonte più chiaro per l'azienda di trasporto urbano. L’outlook, insomma, diventa positivo: tradotto, significa che c’è la continuità aziendale. Non che tutti i problemi si siano risolti in un battibaleno, ovviamente. Ne restano molti sul piatto da affrontare. Ma è chiaro che ora risolverli diventa un'impresa più alla portata.
Sicuramente il risultato blinda la permanenza del presidente, Giuseppe Mistretta, in via Roccazzo. S’è dimostrato abile a muoversi in un labirinto insidioso, portando a casa comunque una prestazione significativa nei diciotto mesi in cui è alla guida di una delle aziende più problematiche della galassia comunale. «È stato frutto di un grande lavoro di squadra» di schermisce lui. Un punto a suo favore che probabilmente farà passare in secondo piano lo scivolone dei giorni scorsi quando a un consigliere comunale aveva fatto inviare da un avvocato una lettera con cui gli intimava di limitare le esternazioni che potevano recare danno a lui come manager e alla società che amministra. Ne era nata una polemica non del tutto sopita. Del resto, nei palazzi del potere si sa che ormai il feeling fra Mistretta e l'assessore regionale di Forza Italia Edy Tamajo s'è spento. E l'esponente azzurro, che in un primo tempo lo aveva indicato per la nomina, ora vorrebbe sostituirlo. Il sindaco, però, non vuole disfarsi di questa professionalità e ha creato sul presidente di Amat un ombrello di protezione.
Attenzione, però, perché giungere al risultato di archiviare un bilancio in ballo da due anni, non significa che i servizi ai cittadini siano stati nel frattempo strabilianti. Per nulla. Una flotta insufficiente e scassata, corse che saltano, persone in attesa alle fermate, mezzi elettrici bloccati perché mancano le centraline di ricarica, problemi con l'Iva dei biglietti Ztl. O, più banalmente, il controllo dei mezzi tracciati con gps sulle paline alle fermate: raccontato come una rivoluzione, non solo altrove funziona da tempo immemore, ma qui è ancora fermo. Malgrado gli annunci. Ma si frigge con l’olio che si ha, ed è una vecchia regola che vale per le famiglie come per le grandi aziende.
Questo per dire che non ci sono rose e fiori. Prevalgono ancora le spine, purtroppo. Del resto, lo stesso Mistretta non s'è mai nascosto: «La società ha un potenziale inespresso», ha detto in più occasioni.
Il risultato negativo, abissale, del 2022 dipende in larga misura (12 milioni) per il finanziamento ancora fermo da parte della Regione del ristoro, vuoto per pieno, dei tempi del covid («Abbiamo la ragionevole aspettativa di vedere riconosciuto il credito, anche entro il 2024», dice l’assessore Brigida Alaimo); 6 milioni era il buco ereditato dalla vecchia amministrazione e poi sono spuntate le grane dell'Agenzia delle entrate che ha preteso il pagamento dell'Iva sui tagliandi di accesso in Ztl e poi una sopravvenienza negativa da Banca Sistema per il saldo di vecchie fatture scontate.
«Va sottolineato - dice l’assessore al Bilancio e alle Partecipate, Brigida Alaimo - che il trend negativo è stato invertito dopo l’insediamento della nuova amministrazione comunale, constatando come già nell’esercizio 2023 si siano registrati risultati positivi che hanno determinato un utile di esercizio pari a circa un milione e 600 mila euro. Una tendenza - spiega l’assessore Alaimo - rafforzata anche dall’andamento economico della gestione del primo semestre 2024 a conferma dell’efficacia delle azioni intraprese dal Cda, soprattutto nell’ambito degli incrementi nella vendita dei titoli di viaggio registrati, correlati al progressivo miglioramento della qualità del servizio di trasporto offerto alla cittadinanza».
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