Sulla carta è una mozione velleitaria. Ma dal punto di vista dell’effetto politico è la mossa con cui il Pd proverà a soffiare su tutti i focolai di malessere ancora accesi nella maggioranza. Il testo del documento depositato ieri dal capogruppo Michele Catanzaro, se approvato, impegnerebbe il governo «a revocare le nomine dei direttori amministrativi e sanitari di Asp e ospedali recentemente concluse nonché a predisporre un sistema che assicuri la serietà del processo di nomina e l’oggettività dei criteri di scelta delle cariche».
Sa, il Pd, che si aperto un vasto fronte di delusi nella maggioranza che potrebbe sfruttare ogni occasione per far emergere le difficoltà del governo in aula all’Ars. Questo fronte comprende i 6 deputati dell’Mpa di Lombardo, alcuni leghisti, pezzi della Dc di Cuffaro e perfino singoli parlamentari delusi. Tutti delusi dalle nomine nella sanità.
Anche per evitare agguati d’aula, su questa mozione e sulle leggi in calendario a breve, Schifani e il coordinatore forzista Marcello Caruso hanno convocato un vertice di maggioranza per venerdì 20.
Ma nel frattempo, dietro le quinte, proprio Forza Italia si muove per rafforzare il suo peso all’Ars. Il partito del presidente della Regione è pronto a ufficializzare due nuove adesioni. La prima, prevista «a brevissimo» cioè entro fine mese, è quella di Marco Intravaia. L’ex braccio destro di Musumeci a Palazzo d’Orleans ha lasciato Fratelli d’Italia ed è pronto a ufficializzare l’ingresso in Forza Italia. Dietro di lui dovrebbe arrivare anche Alessandro De Leo, che ha già lasciato Sud chiama Nord di Cateno De Luca.
Se così sarà, Forza Italia diventerà il gruppo più folto all’Ars, arrivando a 14 deputati e superando Fratelli d’Italia che contemporaneamente scenderà da 13 a 12 parlamentari. Numeri che hanno un peso enorme quando si parla di rimpasto nel governo e nomine.
Anche l’Mpa di Lombardo potrebbe rafforzarsi: a breve è attesa la verifica dei voti delle elezioni regionali nel Messinese e ciò potrebbe aprire le porte dell’Ars a Luigi Genovese a scapito del leghista Pippo Laccoto. Se così fosse, il fronte dei più fedeli a Schifani perderebbe adesioni e si rafforzerebbe l’ala ostile nella maggioranza. Che ingloba da qualche settimana di nuovo ufficialmente Gianfranco Micciché, anche lui passato all’Mpa. Non a caso ieri l’Mpa si è mostrato ancora molto irrato con Schifani: «Siamo in attesa che, vista l’urgenza e la delicatezza degli argomenti da noi indicati, il presidente convochi il vertice di maggioranza. È questa la sede legittimata a discutere su programmi, criteri, risorse, impegni ed obiettivi del governo e degli enti regionali. Riteniamo più che opportuno far precedere l’incontro programmatico alla ripresa delle sedute dell’Ars».
In Forza Italia c’è chi legge queste manovre come una anticipazione del dibattito sulla ricandidatura di Schifani nel 2027. Ed eventuali scivoloni del governo all’Ars in questa fase che dalla riapertura porterà alla Finanziaria (prevista a fine anno) confermerebbero questa tesi. Secondo i boatos c’è un altro segnale politico da tenere in considerazione: la candidatura del centrodestra alle Regionali in Campania. Se sarà anche questa di Forza Italia in tanti ritengono probabile che poi Fratelli d’Italia reclami uno spazio al Sud, magari proprio in Sicilia. In quel caso ad approfittarne potrebbe essere il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno. Cioè il giovane su cui Ignazio La Russa da tempo scommette in Sicilia.
In questa chiave andranno lette tutte le prossimo mosse a Palazzo dei Normanni e a Palazzo d’Orleans.
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