«Non c’è alternativa alla spedizione dei rifiuti all’estero. E non possiamo dare altri soldi ai sindaci per sostenere gli extracosti»: durante una pausa dell’ultimo giorno di lavoro all’Ars, durante la quale ha risposto a interrogazioni sulla crisi idrica, l’assessore Roberto Di Mauro ha commentato al telefono le critiche maturate sul provvedimento che autorizza l’invio in Turchia di altre 5.733 tonnellate di immondizia.
È una spedizione che partirà dalla base navale militare di Augusta e che si somma a quella già in corso verso la Finlandia (per altre 90 mila tonnellate). Mentre l’anno scorso l’immondizia siciliana è finita in Danimarca e Olanda.
L’Anci, guidata da Paolo Amenta, ha lamentato un aumento vertiginoso dei costi di smaltimento: passato così in due anni da poco più di 100 a 400 euro a tonnellata. L’operazione appena avviata fra Finlandia e Turchia vale quindi un business di circa 38 milioni. E ha avvertito, l’associazione dei sindaci, che senza un ulteriore aiuto da parte della Regione questo comporterà un aumento della Tari a carico dei cittadini.
Ma Di Mauro allarga le braccia: «Abbiamo già dato, proprio il mese scorso, 50 milioni ai sindaci per ammortizzare questi costi. Era un finanziamento una tantum. Non siamo in condizioni di prevederne altri». «Soldi già spesi» lamenta l’Anci.
L’assessore ai Rifiuti ha precisato anche che la scelta di spedire all’estero l’immondizia «è dettata dalla volontà di non creare una nuova emergenza soprattutto nella Sicilia orientale. Dove la chiusura della discarica di Lentini e l’impossibilità di utilizzare gli impianti di pre-trattamento a questa collegati ha messo in ginocchio il sistema».
Per questo motivo non sono prevedibili altre soluzioni, almeno nel breve periodo: «Quando verranno erogati alla Regione i primi finanziamenti del piano di investimento del Fsc, potremo realizzare altri 4 impianti di pre-trattamento pubblici. E questo permetterà di differenziare di più e meglio. Limitando così la quota da smaltire nei termovalorizzatori di Paesi stranieri».
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