«Indecente è il giro elettorale che sta facendo Giorgia Meloni, con la complicità di Renato Schifani in Sicilia, che spaccia come una gentile concessione i 5 miliardi di fondo sviluppo e coesione destinati alla nostra regione». Lo dice la senatrice del Movimento 5 Stelle Ketty Damante, componente della Commissione Bilancio a Palazzo Madama, a proposito dell’annuncio dell’arrivo della premier Giorgia Meloni in Sicilia per la firma dell’accordo di utilizzo del Fondo Sviluppo e Coesione. Per Damante, «la Sicilia è sempre stata una tra le regioni meno sviluppate d’Europa ed è stata Obiettivo 1 e oggi Obiettivo di Convergenza e quindi ha sempre ricevuto miliardi di fondi della politica di Coesione, il problema è stato semmai come sono stati o non sono stati spesi. Schifani pensi piuttosto a impegnare subito e bene questi fondi».
La senatrice aggiunge che «la nuova governance proposta dal ministro Fitto è addirittura più stringente per il territorio considerando che in precedenza si dava spazio alle Regioni di progettare come e dove impiegare tali fondi, oggi invece è il governo nazionale che commissaria le Regioni imponendo come spendere tali risorse: In Sicilia infatti destineranno un miliardo e 300 milioni di euro per il Ponte sullo Stretto ed altri 800 milioni di euro per gli inceneritori».
Nei giorni scorsi anche il capogruppo del M5S all'Ars Antonio De Luca e il presidente della commissione Ue di Palazzo dei Normanni Luigi Sunseri (pure lui Cinquestelle), in una dichiarazione congiunta, avevano detto, a proposito dell’ arrivo di Giorgia Meloni a Palermo, che «questa tempistica, a poche settimane dal voto europeo, dopo mesi e mesi di attesa, sa tanto di campagna elettorale, ma la Meloni forse non sa che i siciliani non hanno l'anello al naso e non scambieranno per magnanima concessione ciò che ci spetta di diritto. Questi fondi, peraltro, sono stati ampiamente saccheggiati dal governo Meloni che, con la complicità di Schifani, ha sottratto alla Sicilia ben 2,1 miliardi per destinarli a un ponte che mai sarà realizzato e a due pericolosi inceneritori. Il tutto a discapito di strade, autostrade e di tutte le altre fatiscenti infrastrutture siciliane».
Per i due parlamentari, peraltro, «prima della firma, l'elenco delle opere del programma Fsc sarebbe dovuto passare al vaglio dell'Ars, come da impegno assunto dal presidente Galvagno, e invece nulla, ancora una volta il Parlamento siciliano è stato bypassato. Evidentemente per Schifani e la Meloni il Parlamento e la volontà dei siciliani contano meno di nulla, salvo poi chiedergli i voti per mantenerli sulle loro comode poltrone».
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