Non ci stanno gli studenti a essere tacciati di non volere, per il loro liceo di contrada Turrisi, a Partinico, il nome di Peppino Impastato e della madre Felicia Bartolotta, per ragioni ideologiche o culturali. Si sentono traditi da chi avrebbe dovuto tenere conto della loro parola. Perché i ragazzi avevano scelto un’altra vittima di mafia, il giudice beato Rosario Livatino. Per cui ritengono anche una speculazione il gettare ombre su una presunta «mentalità dei giovani» anti legalitaria.
I ragazzi tornano a parlare dopo la lettera dei rappresentanti d’istituto del liceo e di quelli in seno alla Consulta provinciale degli studenti inviata al prefetto e all'Ufficio scolastico regionale. Chiedono di stoppare l’iter del cambio di denominazione del liceo di contrada Turrisi, da un quarantennio intestato alla controversa figura del senatore e giornalista Santi Savarino, indigesto ai più perché firmatario del manifesto della razza e perché in contatto con l’allora capomafia Frank Coppola.
Il tortuoso iter che ha portato alla definizione del cambio di denominazione si è praticamente concluso in questi ultimi mesi, con il nulla osta della prefettura e il voto a maggioranza del Consiglio d’istituto del liceo, che ha dato l’ok al cambio di denominazione a favore del militante di sinistra morto per mano mafiosa, Peppino Impastato, e della madre, Felicia Bartolotta. La questione è spinosa e gli studenti interpellati preferiscono non essere citati con nome e cognome.
«Il no - afferma uno degli studenti - non è a Peppino Impastato. Vorrei ricordare che una succursale del liceo è intitolata a Impastato e anche la via in cui ricade il nostro istituto, a Partinico. Il problema è di metodo, perché la nostra scelta era ricaduta su un altro personaggio con un importante profilo». Infatti, in un primo sondaggio di due anni fa gli studenti a maggioranza scelsero Livatino: nella rosa dei nomi non figuravano Impastato e la madre.
Recentemente è stato fatto un secondo sondaggio e quasi mille studenti su 1.300 hanno chiesto di stoppare l'iter di cambio di denominazione. «Questa scelta non rispecchia il volere di una grandissima parte della comunità studentesca», dice uno dei liceali. Sulle ombre dell’antimafia che fa intendere che la scelta potrebbe essere dettata dal fatto che il nome di Peppino è ritenuto scomodo e ingombrante rispondono: «È un nome non proposto dagli studenti nella lettera presentata alla Commissione Legalità, in quanto quelli proposti dai rappresentanti degli studenti dell’anno 2021/2022 erano stati Gigia Cannizzo, ex sindaco di Partinico, e Rosario Livatino, magistrato che spese la sua vita nella lotta contro la mafia e che venne ucciso dalla stessa». «Cambiare l’intitolazione dal nome di un personaggio politicamente schierato a quello di un altro - aggiunge un’altra studentessa - non risolverebbe il problema ma lo sposterebbe da destra a sinistra».
L’attuale amministrazione comunale si era anche espressa con una delibera contro il cambio di denominazione del liceo. Tante le polemiche che si sono concentrate sulla figura dell’assessore Sergio Bonnì, accusato di avere politicamente da sempre spinto per il mantenimento dell’attuale denominazione, in quanto Savarino era molto legato al padre da un rapporto di amicizia: «Io pongo un problema di metodo e non certo sul nome di Impastato, grande icona dell’antimafia - ribatte Bonnì -. Sarebbe a mio avviso corretto seguire il volere degli studenti. Invece, qualcuno, con prepotenza, ha continuato a spingere sul nome di Impastato. Da una parte si professano democratici, ma in realtà si sono comportati all’esatto opposto. Mi chiedo il perché del polverone su Savarino, la storia ci ha consegnato tanti illustri personaggi controversi a cui sono state intitolate strade e piazze».
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