Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Piantedosi consegna alla Procura di Palermo le chiavi di un bene confiscato alla mafia

Apparteneva al boss Domenico Caravello. L’edificio di 800 mq sarà la sede della polizia giudiziaria

«L’assegnazione di un bene confiscato alla mafia alla Procura di Palermo per destinarlo a sede della sezione di polizia giudiziaria ha un valore fortemente simbolico, è un segno tangibile che con i patrimoni della criminalità organizzata contribuiamo a rafforzare la lotta alla mafia».

Così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che ha consegnato le chiavi dell’edificio confiscato al presidente della Corte d’appello Matteo Frasca nel corso di una cerimonia nella Prefettura di Palermo.
La struttura di 800 metri quadrati si trova nel quartiere Partanna-Mondello ed è stata confiscata al mafioso Domenico Caravello.
«È la testimonianza efficiente dello Stato nella lotta alla criminalità, è un evento ricchissimo di significato simbolico che consente di recuperare efficacia all’azione della polizia giudiziaria con un importante risparmio di spesa perché non si pagano più i canoni di locazione del vecchio immobile - ha detto Matteo Frasca - Auspico che sia solo un percorso iniziale e sia viatico di una continua acquisizione di beni». La procuratrice generale, Lia Sava, ha sottolineato che «il risultato è stato raggiunto in poco più di un mese da quando è nata l’idea di assegnare alla polizia giudiziaria il bene confiscato, questo dimostra che se ci mettiamo insieme, come istituzioni, realizziamo qualcosa di importante e in questo caso di storico».

«Per la città inoltre - ha aggiunto Lia Sava - significherà avere a Partanna-Mondello una presenza forte dello Stato, è un bel segnale di speranza».
Anche il procuratore capo Maurizio De Lucia ha rimarcato la rapidità dell’iter che ha portato all’assegnazione: «È raro in questo Paese che si possa ottenere in tempi brevi una soluzione, questo caso testimonia l’efficienza della macchina dello Stato. Esprimo estrema soddisfazione». Quindi ha aggiunto: «Quando i processi penali sono fatti bene, anche in presenza di costi per la loro istruzione come le vituperate intercettazioni, non c’è dubbio che la resa realizza un credito per lo Stato».

Presenti alla cerimonia il prefetto Bruno Corda, direttore dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati e sequestrati; il prefetto di Palermo Massimo Mariani; il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, il presidente della Regione siciliana Renato Schifani.

Caricamento commenti

Commenta la notizia