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Palermo, sul regolamento della movida il Consiglio comunale fa fatica a trovare gli accordi

Fibrillazioni nella maggioranza su limiti e orari al divertimento notturno, dubbi su misure di sicurezza tra biglietti nominali e tornelli nelle discoteche. Il nodo-musica ad alto volume

Ha i tempi lunghi delle grandi opere pubbliche, i timori che stanno spesso dietro a scelte impopolari, l’incertezza di un parto che può generare figli malati. Il regolamento Movida, con orari e limiti al divertimento notturno, sembra l’atto che, come pochi altri, a Palermo sta mettendo in crisi la stessa maggioranza. Ieri (15 febbraio)Consiglio comunaleComune di Palermo convocazione del Consiglio comunale per l’approvazione alle 15, subito stop per la riunione dei capigruppo, si torna in Aula alle 16 e di nuovo interruzione fino alle 17.44. Che cosa si dicono ancora gli alleati di centrodestra e quale bozza finale viene consegnata alle opposizioni nella prima serata? Manca il numero legale e tutto slitta alle 15 di oggi.

Ma prima i capigruppo incontreranno i comitati civici (alle 13) e poi a ruota le associazioni di categoria. Qualcosa filtra, dopo le accese discussioni nell’incontro postumo con la minoranza che poi dovrà dire la sua sul provvedimento emendato e ritoccato più e più volte. I dubbi sono intanto sulle misure di sicurezza inserite dopo le osservazioni del Comitato per l’ordine in prefettura. Il punto da votare per rendere le serate dei fine settimana più serene prevede la nominalità dei biglietti di ingresso nelle discoteche, sistemi di controllo degli accessi (tornelli o varchi automatizzati), che dovranno essere abilitati alla lettura dei tickets attraverso i Qr code o codici a barre. Il controllo degli utenti dovrà essere garantito attraverso l’utilizzo di metal detector fissi o mobili. Ultimo passaggio, l’obbligo ai titolari di munire il locale di sistemi di videosorveglianza che conservino le registrazioni per 7 giorni. «Li ritengo obblighi eccessivi e penalizzanti perché a carico dei gestori - dice Giulia Argiroffi - E poi c’è la questione degli orari delle sale bingo e dei centri di scommessa». Insomma, non si risolve così l’emergenza movida.

Centrale è poi la parte che tocca gli orari nei locali dove si fa anche musica. In linea di massima, il limite dovrebbe essere per tutti le 2. Ma i residenti di piazza Magione, via Isidoro La Lumia, Discesa dei Giudici, Comitato Kalsa e Caracciolo e l’associazione Comitati Civici Palermo hanno espresso obiezioni alle misure studiate nel regolamento per dare risposta al caos dei fine settimana.

Intanto, dovrà essere chiaro ed efficace. Sulle emissioni sonore, particolare nota dolente delle notti senza pace, «gli orari subirebbero un ulteriore ampliamento consentendo la diffusione sonora anche all’interno fino alle 01.30 nel fine settimana e viene inoltre consentita la diffusione sonora su spazi esterni fino a mezzanotte - si legge nella lettera - . Sarebbe un passo indietro decisivo verso il contrasto alla mala movida, perché non solo si consentirebbe la musica all’esterno (che è attualmente vietata), ma si allargherebbe eccessivamente le maglia a favore dei locali meno diligenti». Sempre in materia acustica, critiche pure alla nuova categoria di sale ricevimenti per celebrazioni civili e religiose, che possono offrire intrattenimenti musicali e danzanti senza alcuna limitazione, purché occasionali.

Comune di PalermoPer i comitati, «sarebbe un lascia passare molto pericoloso». La musica live dovrebbe essere vietata dopo la mezzanotte e la diffusione, fino a quel momento, non dovrebbe mai superare i 50 decibel. I residenti ribadiranno oggi ai consiglieri la necessità di sanzioni più severe rispetto a quelle presenti nell’attuale regolamento e un numero limitato di infrazioni che in caso di recidive nell’arco di due anni configuri ritiro della licenza». Ma nella lettera c’è anche una considerazione importante: esercenti e residenti non sono divisi, che le attività economiche non sono solo pub, ma anche artigiani, commercianti, bar, ristoranti, strutture ricettive, negozi di prossimità, tutte realtà che alla luce di un centro storico sempre più desertificato, andrebbero tutelate dall’assessorato alle Attività Produttive.

«L’occasionalità degli eventi in locali non abilitati a fare spettacoli e la richiesta della Prefettura di fissare precisa tempistica sulla loro durata - - commenta Mariangela Di Gangi - verrebbe invece delegato alla discrezionalità del sindaco». Su sale bingo e centri scommesse si sarebbe giunti ad una quadra che ha come riferimento la normativa nazionale: aperti dalle 10 a mezzanotte, senza interruzioni. Eliminata anche l’originaria fascia di divieto per giocare alle slot machine: dalle 15 alle 23, tutti liberi di centrare la combinazione che fa piovere nelle tasche tanti soldini.

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