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Aria di rimpasto a Palermo, la Dc sull’Aventino e salta il Consiglio

In ballo l’assessorato al Patrimonio. E cresce il malumore tra gli alleati

Carolina Varchi

Mugugni dietro le quinte, aspirazioni soffocate dal silenzio, duelli a distanza per misurare le forze in Consiglio comunale che anche ieri, senza numero legale, ha avuto vita breve: apertura e chiusura dei lavori per la discussione del Dup (documento unico di programmazione) in pochi minuti. La maggioranza arriva a 19 presenti su 26 consiglieri, i 14 della minoranza se ne accorgono e lasciano l’aula ancora prima che inizi la discussione. Non è un atto urgente, se non interessa al centrodestra che lo propone se ne può fare a meno. Le assenze non sono, però, un caso legato a epidemie di influenza o a improvvisi impegni personali: i banchi lasciati vuoti per la seconda volta in blocco dai cinque consiglieri della Dc è un preciso segnale al sindaco e alla maggioranza che naviga da tempo nel mare mosso da venti finora lievi, ora però molto vicini a «girare» e diventare tempesta.

Il nodo è sempre lo stesso, alla fine dei giochi: i cuffariani cresciuti di numero in Aula attendono il premio fedeltà promesso pare da Lagalla a inizio dell’anno, l’assessorato al Patrimonio. Insieme alle Attività produttive, il partito ne avrebbe così due invece di uno solo, ritenuto ormai sottodimensionato rispetto alla forza del loro voto su delibere e atti a Sala Martorana. Il capogruppo Domenico Bonanno e company hanno un peso specifico per la maggioranza e lo sanno. Ma il sindaco sembra fare orecchie da mercante alle continue richieste di confronto e incontro con gli uomini di Forzinetti. Tira aria di rimpasto ed il caos genera la paralisi. Ieri in Consiglio c’erano schierati tutti gli esponenti di Forza Italia, Fratelli d’Italia al completo tranne Francesco Scarpinato, i cinque di Lavoriamo per Palermo, Sabrina Figuccia per la Lega. La crisi della coalizione aleggia come un fantasma che vorrebbe ancora parlare ai vivi ma si ritrova a emettere suoni e non parole chiare. Confusione alimentata da dimissioni (oggi Carolina Varchi dovrebbe ufficializzare la sua uscita dalla Giunta durante una conferenza stampa in cui traccerà il bilancio del suo mandato), cambi di poltrone e nuovi equilibri. Tra i rumors che circolano al Palazzo, il probabile avvicendamento tra l’attuale assessore Antonella Tirrito e Fabrizio Ferrandelli, fresco di ingresso nel gruppo del sindaco. Anche sulla sostituzione della deputata nazionale non ci sono ancora certezze: il ruolo di vicesindaco dovrebbe andare a Giampiero Cannella, che dovrebbe mantenere le attuali deleghe alla Cultura e ai Rapporti Funzionali con il Consiglio. Il Bilancio, i rapporti con le Partecipate e la gestione dei Beni confiscati, finora in capo alla Varchi, vedono in pole position Brigida Alaimo, prima dei non eletti all’Ars, attuale amministratore delegato della società Interporti e già assessore a Bagheria.

Ma la Dc non intende restare a guardare dal balcone e salutare con la manina i nuovi arrivati. Il Patrimonio, prima in capo all’azzurro Andrea Mineo, è al momento nelle mani del sindaco che ha avocato a sé la delega. La cederà ai cuffariani, per buona pace della coalizione?

Nella foto Carolina Varchi

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