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«Sta in piedi, solo lievi errori», sì al bilancio di previsione di Palermo

Il collegio dei revisori ha analizzato e approvato il documento finanziario. Contestata l’assenza del piano triennale opere pubbliche, «coerenti» le indicazioni su spese e incassi dalle tasse

È stato tenuto sotto esame per un mese e mezzo. E alla fine è stato promosso con qualche piccola avvertenza e alcuni elementi da aggiustare. Il bilancio di previsione 2024-2026 del Comune di Palermo, primo documento di pianificazione finanziaria attribuibile interamente all’amministrazione Lagalla dopo avere messo a posto i bilanci non approvati e incagliati dalla scorsa sindacatura, passa l’esame del collegio dei revisori.

L’organo di controllo (Michele Abbate, Sergio Motta e Filippo Picone) parte dalla considerazione che l’amministrazione ha redatto linee di bilancio tenendo conto la situazione di default su cui grava una procedura di riequilibrio e che prevede misure precise da rispettare e un timing delle attività da porre in essere per riportare in in bonis i conti di Palazzo delle Aquile.

Fra gli elementi negativi messi subito in evidenza c’è la mancanza del piano triennale delle opere pubbliche che risulta non ancora approvato, così come il piano delle alienazioni e quello dell’acquisto di beni e servizi. Come a dire, che senza di essi il bilancio non può nemmeno essere messo in discussione dal Consiglio comunale.

Quel che conta è la sostanziale tenuta del documento predisposto dalla ragioneria generale, col giudizio lusinghiero di «coerenza» per le indicazioni su spese e incassi dalle tasse.

Un servizio completo di Giancarlo Macaluso sull'edizione di Palermo del Giornale di Sicilia in edicola oggi

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