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Cuffaro e Bonanno della Dc dicono no alla privatizzazione di Poste Italiane

«L’azienda in parte - dicono - non è più in mano pubblica»

auto poste

«Auspichiamo fortemente che Poste Italiane continui a rappresentare un asset strategico per il nostro Paese e che non abbia luogo alcuna ulteriore tranche di privatizzazione». Lo dichiarano il segretario nazionale della Democrazia Cristiana Totò Cuffaro e il capogruppo al Consiglio comunale di Palermo Domenico Bonanno in merito all’ipotesi di una ulteriore tranche di privatizzazione di Poste Italiane annunciata dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

«Poste è la più grande azienda dell’Italia, produttrice di utili importanti per le casse dello Stato, partner privilegiato della pubblica amministrazione, ma soprattutto rappresenta, ancora oggi, un presidio dello Stato di rilevanza centrale ed eroga servizi fondamentali anche nei Comuni più piccoli del nostro Paese - dicono Cuffaro e Bonanno -. Poste è anche depositaria dei risparmi degli italiani che oggi la vedono come la cassaforte dei loro sacrifici, riconoscendo dietro di essa lo Stato italiano come garanzia di tutela. Per tutte queste ragioni e a tutela degli oltre 120 mila dipendenti dell’azienda auspichiamo che il percorso di ulteriori privatizzazioni, cui non siamo concettualmente contrari, non interessi però ulteriormente Poste Italiane già, per oltre un terzo, non più in mano pubblica».

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