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Da San Martino delle Scale il messaggio dell'imam e del rabbino: «C'è bisogno di pace per salvare la Terra dai cambiamenti climatici»

Confronto fra istituzioni religiose al convegno promosso dalla Fondazione Dusmet: preparato un documento da presentare alla Conferenza dell'Onu di Dubai sull'ambiente

L’imam di Palermo, lo sheyk Badri Al Madani, all'abbazia benedettina di San Martino delle Scale durante il convegno «Clima e Cop28», promosso dalla Fondazione Dusmet (foto di Piero Cascio)

La pace anche nel nome della salvaguardia della terra. Un’esigenza avvertita tanto dall’imam Badri Al Madani (nella foto durante il suo intervento) della moschea al Jamila al Gran Cancelliere, quanto da Cesare Moscati, rabbino capo di Napoli, che si sono confrontati con alti esponenti religiosi, compreso l’arcivescovo emerito di Monreale Michele Pennisi, nel corso di un incontro, che si è tenuto all’abbazia benedettina di San Martino delle Scale, su «Clima e Cop28», promosso dalla Fondazione Dusmet. Una giornata di relazioni di esponenti religiosi, istituzioni scientifiche e ordini professionali che è servita a stilare un documento da presentare alla Conferenza delle Nazioni sui cambiamenti climatici (Cop28), che si terrà a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre.

«Non è possibile - ha detto l’imam - separare la sicurezza climatica ambientale dalla pace, che è sicurezza spirituale, fisica e intellettuale in questa delicata fase storica. Oggi le priorità dei leader religiosi sono cambiate, dopo che per tanto tempo i loro sermoni si sono concentrati sulla fratellanza, sul dialogo, sul rifiuto del fanatismo e sulla ricerca di un terreno comune tra le loro convinzioni. Questo è un percorso che deve continuare, ma adesso è diventato urgente mettere in guardia contro il pericolo imminente del cambiamento climatico. È ormai suonato il campanello d’allarme sulla necessità di un’azione seria e decisiva per combattere i pericoli del cambiamento climatico e per proteggere il futuro dell’umanità da questo pericolo reale». «C'è bisogno di pace - ha ribadito da Napoli il rabbino Cesare Moscati - per la salvaguardia della Terra. L'ebraismo si fonda sull'amore verso il prossimo e sull'amore verso Dio. L'amore verso il prossimo va esercitato con atti concreti, quello verso Dio seguendo le sue leggi e i suoi insegnamenti. Ecco perché abbiamo l'obbligo di lasciare alle generazioni future quello che ci è stato lasciato».

Nella visione della Fondazione Dusmet la parola dei religiosi deve servire a fare capire che chi crede in Dio crede anche nel Creato e difende ciò che Dio ha dato all’uomo. «A Monreale - ha raccontato monsignor Pennisi - un sacerdote mi ha chiesto aiuto perché un genitore contestava che nel catechismo della parrocchia fosse stata inclusa una serie di lezioni ai ragazzi sul rispetto dell’ambiente. “Mio figlio - ha detto quel padre - mi ha rimproverato perché non facciamo la differenziata. Ma questo che c’entra con l’insegnamento religioso?”».

C’entra eccome, al punto da accomunare le diverse fedi. Citando ripetutamente Papa Francesco, l’imam ha ribadito che «anche l’Islam considera la preservazione e la protezione del clima e dell’ambiente un dovere religioso».

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