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C’è un piano per sopprimere 17 scuole a Palermo e provincia: ecco quali sono

Lunedì a Palazzo Comitini la riunione per votare il documento, il taglio partirebbe da settembre dell’anno prossimo

L'elementare Nicolò Garzilli di Palermo, una delle scuole incluse nel piano (foto di Alessandro Fucarini)

Diciassette scuole di Palermo e provincia potrebbero sparire, a partire da settembre dell'anno prossimo, se in conferenza provinciale lunedì 20 novembre, a Palazzo Comitini, la delibera del Consiglio scolastico provinciale sarà approvata. Si tratta, infatti, di un piano di ridimensionamento degli istituti, proposto dall’organismo con funzioni in relazione alle competenze sulle scuole di ogni ordine e grado del capoluogo e dei comuni della provincia. Si ridurrebbe la spesa nel comparto scuola con meno dirigenti scolastici, addetti al settore amministrativo e personale Ata e nello stesso tempo sparirebbero realtà scolastiche consolidate, alcune anche storiche che, nel tempo, hanno dimostrato di lavorare bene e sono diventate punti di riferimento importanti per i territori in cui si trovano.

Gli istituti coinvolti in questo piano, retti da dirigenti scolastici, molti dei quali all'oscuro di questa possibile manovra, sono la media statale Antonio Gramsci, la direzione didattica Nicolò Garzilli, le scuole Monti Iblei, Tomaselli, Cesareo, Rosolino Pilo, De Gasperi, Borgese. L'istituto professionale alberghiero Cascino si fonderebbe con l'istituto Paolo Borsellino. La stessa sorte avrebbero alcune scuole della provincia: la direzione didattica Casteldaccia si aggregherebbe all'istituto comprensivo; così come le scuole di Terrasini, di Belmonte Mezzagno e Capaci. La media Scianna di Bagheria si unirebbe alla direzione didattica Cirrincione e salterebbero anche il primo circolo didattico di Bagheria Giuseppe Bagnera, il terzo circolo didattico Luigi Pirandello e il primo circolo didattico di Termini Imerese.

«Si sta provando a disgregare comunità scolastiche solide e floride - spiega il segretario Uil Scuola Sicilia, Claudio Parasporo - come la scuola media Gramsci che sparirebbe per essere fagocitata da due direzioni didattiche che nel tempo hanno perso alunni nel territorio, al posto di premiare chi negli anni ha lavorato per il bene della comunità scolastica riuscendo a consolidarsi nel territorio viene punito da un sistema che vede solo numeri e in alcuni casi interessi di parte».

Parasporo sottolinea che «lo stesso succederebbe anche ad altre direzioni didattiche della città che negli anni sono state punto di riferimento per interi quartieri come la Rosolino Pilo che verrebbe accorpata all’istituto comprensivo Silvio Boccone, di fatto cancellando la storia di questa istituzione scolastica; lo stesso sistema è stato riservato alle direzioni didattiche De Gasperi, Garzilli, Tomaselli e Monti Iblei che vengono smembrate per essere inglobate a pezzi in diversi istituti comprensivi». La Uil rivolge allora un appello al direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Giuseppe Pierro, e all’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale, MimmoTurano, che su questa vicenda avrà l’ultima parola.

«Parlo a loro - conclude Claudio Parasporo - che tanto si sono spesi per la rete scolastica siciliana. Chiediamo loro di non permettere questo spezzatino che annienta intere comunità scolastiche dividendole e cancellando anni di storia oltre che vanificare tutta la progettualità sino ad ora portata avanti anche a valere sui fondi Pnrr». E proprio sul Piano nazionale di ripresa e resilienza si sofferma l'assessore comunale all'Istruzione, Aristide Tamajo. Molte di queste scuole, infatti, hanno in corso progetti a lungo termine che andrebbero a decadere con la «soppressione» degli istituti scolastici.

In alto l'elementare Nicolò Garzilli di Palermo, una delle scuole incluse nel piano (foto di Alessandro Fucarini)

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