Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Dipendente prosciolto, il Comune di Palermo dovrà risarcirlo

L’impiegato amministrativo del Coime era stato sospeso per l’inchiesta sugli stipendi gonfiati nel 2014

Palazzo delle Aquile, sede del Comune di Palermo

Dipendente prosciolto e il Comune di Palermo dovrà versargli 17.500 euro. L’impiegato amministrativo del Coime (proveniente dal bacino del D.L. 24 del 1986) era stato coinvolto nel 2014 in un’inchiesta per stipendi gonfiati al Comune. Nelle buste paga erano finiti, tra il 2001 e il 2012, straordinari e anticipazioni Tfr non dovuti. Ne era nata un’indagine che aveva coinvolto sedici persone accusate di essere entrate nella piattaforma informatica di gestione amministrativa.

Sul piano disciplinare il dipendente aveva subito un provvedimento di sospensione dal servizio. Il Comune aveva provveduto al recupero delle somme elargite indebitamente a circa mille dipendenti. Nel 2016 era arrivata l’assoluzione «in ragione della esiguità (valutata anno per anno e non nell’ammontare complessivo) delle indebite maggiorazioni stipendiali percepite dagli imputati».

Anche se il fatto oggettivo addebitato era stato accertato, il giudice aveva escluso l’elemento soggettivo. Il 18 maggio scorso è arrivata anche una sentenza del giudice del lavoro che ha condannato il Comune a pagare, in conseguenza dell’annullamento della sanzione disciplinare che era stata inflitta al lavoratore ovvero la sospensione dal servizio e della retribuzione dal 19 giugno all’11 novembre del 2014. A questo punto, al Consiglio comunale non è rimasto altro che approvare la delibera che autorizza il pagamento come debito fuori bilancio.

Caricamento commenti

Commenta la notizia