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Il blitz antidroga allo Sperone, la preside: «Le istituzioni qui senza auto blu, dateci fatti e non parole»

Intervista ad Antonella Di Bartolo, dirigente scolastico: «Nonostante i problemi che vive la periferia, la dispersione è scesa dal 27 all’1 per cento»

Inaugurazione dell'anno scolastico alla scuola Sperone-Pertini. La preside Antonella Di Bartolo ha invitato il presidente della Regione Renato Schifani

Amareggiata ma non sorpresa per il blitz dei carabinieri contro gli spacciatori di droga del quartiere Sperone di Palermo. Si sfoga ma non molla Antonella Di Bartolo, la preside dell’Istituto Sperone-Pertini, che da dieci anni lotta contro tutti e tutti, per assicurare un futuro migliore ai suoi studenti, andando perfino a prenderli a casa quando non si presentano alle lezioni. E così nel quartiere la dispersione scolastica è scesa dal 27 all’1 per cento, ma l'operazione antidroga contro una banda che usava anche i bimbi per spacciare davanti alla scuola è stata una brutta batosta che rischia di compromettere il percorso intrapreso con tanta fatica e coraggio.

Si sente tradita da qualcuno?

«No, però mi è dispiaciuto tanto quello che è accaduto, anche perché due anni fa c’era stata un’altra retata dove erano coinvolti altri ragazzi. Da parte nostra facciamo l’impossibile, però mi rendo conto che così non basta. Non voglio puntare il dito contro nessuno ma questo è il momento che le istituzioni passino all’azione. Ai ministri dico di venire qui e di calpestare le strade dello Sperone senza le auto blu, esattamente come facciamo noi. Ciò che manca nel quartiere è sotto gli occhi di tutti, a patto che ci sia l’effettiva volontà di vedere le cose e di prendere l’impegno giusto per cambiarle».

Traspare anche molto dolore nelle sue parole...

«Non è un mistero per nessuno che allo Sperone succeda di tutto e di più, eppure mi rendo conto che ci lavoro da dieci anni e che è cambiato poco o nulla. Ed è un vero peccato perché le potenzialità di crescita sono enormi, soprattutto sotto il profilo delle risorse umane. Come scuola non ci siamo mai voltati dall’altro lato ma bisogna intervenire al più presto facendo sentire la presenza dello Stato in maniera più capillare».

In che modo?

«Intanto è necessario un presidio rafforzato delle forze dell’ordine. Ma ad aumentare non deve essere solo il numero di poliziotti e carabinieri, servono anche i negozi di cui questa periferia è sprovvista, un centro per i servizi sociali e un asilo per i piccoli che oggi non esiste visto che la struttura abbandonata, l’abbiamo fatta abbattere perché, come ci avevano segnalato alcune mamme, era diventata il regno degli spacciatori. Uno sviluppo complessivo che dovrebbe passare anche da un’assistenza sanitaria, con l’aiuto di medici e psicologici, per quei genitori e ragazzi che sono alle prese con problemi di dipendenza».

Nonostante tutto, però, ha intenzione di rimanere ancora in prima linea?

«Non sono il tipo che si arrende, non mollo la presa nemmeno di un centimetro. Anche perché i risultati, come l’azzeramento della dispersione, sono reali e poi stiamo seguendo ancora tantissimi progetti. La scuola segue 1500 studenti ma allo Sperone i giovani di questa età sono almeno cinque volte di più. Per questo l’asticella per noi deve essere sempre altissima. Ma le altre forze sane della città ci devono aiutare lavorando tutti assieme».

Nella foto la preside Di Bartolo con il presidente della Regione Renato Schifani all'naugurazione dell'anno scolastico alla scuola Sperone-Pertini

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