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Il sindaco di Cerda al contrattacco: «Io sono la vittima, chi mi accusa è cugino di un boss»

Confermando l'autosospensione da componente della Commissione regionale Antimafia, Salvo Geraci ricostruisce i fatti, ribaltando quanto gli viene addebitato

«Non c'è stato alcun tentativo di concussione, la presunta minaccia al comandante dei vigili urbani è una impostura, una mistificazione, tanto che da vittima divento carnefice». Lo scrive in una nota ad Antonello Cracolici, presidente della commissione regionale Antimafia, dalla quale si è autosospeso, Salvatore Geraci, sindaco di Cerda e deputato regionale della Lega, partito nel quale è transitato dopo essere stato eletto con Sud chiama Nord. Geraci è indagato dalla Procura di Termini Imerese.

«Quel giorno - continua - fui io a subire la sua aggressione con tanto di dito puntatomi in faccia, in pubblica piazza con testimoni presenti, a cui seguì la sanzione della commissione disciplinare del Comune. Il comandante Giuseppe Biondolillo, cugino di primo grado dell’omonimo boss mafioso locale condannato all’ergastolo, non è nuovo a questi comportamenti e ad episodi di aggressioni verificatesi con altri amministratori del passato e dipendenti comunali».

Geraci ha letto la nota, intervenendo all’Ars, durante la seduta parlamentare di questo pomeriggio, martedì 10 ottobre. «Mi trovo - aggiunge Geraci - al centro di un teorema che il denunciante ha costruito su fatti che non corrispondono al vero, montati ad arte con inganno, basati su menzogne e falsità. Sono certo che cadrà ogni accusa e svanirà ogni tentativo di mascariamento. I cerdesi sanno la verità, per questo vado avanti con forza ed a testa alta».

Secondo l’accusa, Geraci avrebbe minacciato il capo dei vigili urbani, facendo pressione affinché modificasse il tragitto della processione del venerdì Santo per fare passare il carro davanti all’abitazione di un boss. «Tutto falso», ribatte Geraci. Che ribalta completamente quanto gli viene addebitato. «Sui fatti che riguardano la processione del Venerdì Santo del 2022 - afferma il sindaco e deputato regionale - ho avuto come obiettivo solo quello di salvaguardare una tradizione secolare identitaria di Cerda, quella del Rincontro tra la Madonna addolorata, patrona del Comune, e il Cristo morto, lungo un tragitto che non ha soste sotto le dimore di condannati per mafia. Del resto, mai ho pensato a soste davanti ad abitazioni private, tanto più a nessun inchino davanti a chicchessia. Sono sempre stato rispettoso e ossequioso della legge».

Geraci ha confermato comunque la decisione di autosospendersi da componente della Commissione regionale Antimafia. «Come ho già anticipato lo scorso 6 ottobre - ha detto - mi autosospendo da componente della Commissione regionale Antimafia. La mia scelta deriva dal grande senso di responsabilità e dal rispetto che nutro per l’organismo parlamentare che riveste un ruolo fondamentale nella lotta alla criminalità mafiosa, sebbene il regolamento della stessa Commissione non mi impedirebbe di esercitare il mio ruolo».

Ha poi aggiunto considerazioni già conosciute: «Come è noto - ha detto - sono indagato per fatti che nulla hanno a che vedere con la mafia, circostanza confermata pure dagli atti prodotti dalle procure di Termini Imerese e dalla Dda di Palermo, e ribadita dal mio legale, avvocato Vincenzo Lo Re. Consapevole che la mia posizione di indagato, anche se per fatti completamente estranei al fenomeno mafioso, avrebbe potuto essere oggetto di strumentalizzazione politica e che, in qualche modo, ciò avrebbe potuto creare imbarazzo alla Commissione Antimafia, scelgo, pur essendo estraneo ai fatti contestati, di autosospendermi».

Geraci ha poi citato alcune attività amministrative svolte in passato: «Nella mia vita e nel mio percorso politico-amministrativo - ha detto - ho sempre combattuto per la legalità, ne sono dimostrazione un bene confiscato alla mafia che da sindaco di Cerda ho adibito a centro di raccolta comunale, la rimozione dalla via Roma della pompa di benzina che negli anni è stata oggetto di attenzione della mafia locale, la nuova caserma dei carabinieri in una struttura ceduta dal Comune e la nomina nella mia giunta dell’ex sindaco Mendola, vittima in passato di intimidazione mafiosa».

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