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Partinico, guerra sul bene confiscato a Borgo Parrini: il Comune revoca l'affidamento, la coop annuncia ricorso

Al centro della contesa una manifestazione in cui sarebbero state commesse irregolarità

L'incontro organizzato dalla cooperativa Noe

«Non abbiamo intenzione di arrenderci. Ci difenderemo non solo nelle sedi legali, ma chiediamo alla società civile, a tutti gli "uomini e donne di buona volontà" di aggiungere la loro voce alla nostra, in un coro di protesta di fronte a questo pretestuoso esercizio del potere». È quanto affermano i responsabili della cooperativa sociale Noe, (No Emarginazione), che contestano la decisione del sindaco di Partinico di revocare loro il bene confiscato alla mafia e annunciano un ricorso ai giudici.

«La Noe - ricostruiscono dalla cooperativa - riceve in comodato d’uso la gestione del bene in contrada Parrini, composto da alcuni fabbricati in pessime condizioni e 5 ettari di terreno in totale abbandono. A quel punto la cooperativa si reinventa e inizia un'intensa attività agricola, sociale e antimafia. In questi anni centinaia di giovani e meno giovani sono passati in questi luoghi con un impegno estremo da parte nostra di accoglienza ed attenzione alle mutevoli necessità della società e dell’ambiente in cui viviamo. In questi anni non abbiamo mai ricevuto alcun sostegno, anzi. Il fatto che il Comune non abbia portato a conclusione la registrazione in catasto e la sanatoria della casetta colonica ci ha impedito di partecipare a numerosi bandi e ci ha fatto perdere finanziamenti sicuri e questo è solo uno degli esempi possibili».

La gestione del primo storico bene confiscato alla mafia a Partinico è stata revocata perché il Comune ha rilevato una presunta grave violazione della convenzione in seguito a un blitz della polizia durante alcuni eventi organizzati, culminato con sanzioni amministrative e di natura sanitaria. Con propria delibera la giunta ha già stabilito il provvedimento di revoca, accusando la cooperativa di non avere «gestito il bene in conformità al principio di buona amministrazione o comunque conformemente agli obblighi assunti in contratto».

A far scoppiare il caso un evento organizzato all’interno della cooperativa, a Borgo Parrini, aperto al pubblico con spettacoli e consumazione di cibi. Gli agenti hanno proceduto con sanzioni amministrative e contestazioni di illeciti di tipo sanitario. In particolare l’illecito amministrativo sarebbe quello dell’organizzazione di un concerto con palco, balli e somministrazione al tavolo di cibi. L’evento sarebbe stato pubblicizzato su Facebook con un annuncio a pagamento 24 ore prima della scadenza di prenotabilità e per questo rappresenterebbe un evento pubblico non organizzabile per le finalità del bene confiscato.

«Anche se fosse dimostrato come un illecito - ribatte il presidente della cooperativa Noe, Simone Cavazzoli - ci chiediamo quale sia l’attinenza del provvedimento di revoca del bene, dal momento che tale eventualità non è contemplata nella convenzione sottoscritta con il Comune». I vertici della coop hanno organizzato un incontro (nella foto) con il mondo civico e dell’associazionismo per rendere nota la vicenda. Le sanzioni e le contestazioni della polizia, viene evidenziato dalla giunta Rao, costituirebbero invece violazioni e abusi rispetto all’articolo 2 del contratto di comodato d’uso. Per l’esattezza in quella parte in cui il concessionario «si impegna a utilizzare e recuperare i beni concessi e in particolare a conservarli e migliorarli, attraverso la realizzazione di attività di carattere sociale e sportive». In particolare, la cooperativa si impegnava ad «effettuare produzioni agricole e agroalimentari biologiche di qualità finalizzate anche all’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati».

Sin dal suo insediamento nel novembre scorso il sindaco, Pietro Rao, aveva precisato che avrebbe vigilato sulla gestione dei beni confiscati con grande attenzione. Presenziò a un incontro pubblico organizzato dalla stessa coop in cui vennero illustrati i programmi d’intervento per un rilancio delle attività, in parte frenate da una serie di problemi di natura tecnica e burocratica. Il primo cittadino si disse contento della programmazione ma precisò che il suo occhio sarebbe stato vigile.

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