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Palermo, approvato il bilancio di previsione: vale 1,3 miliardi l’anno per 3 anni

Lo strumento finanziario passa a maggioranza in Consiglio comunale, Lagalla: ora possiamo programmare gli interventi di sviluppo, non solo gestire le emergenze

Approvato il Bilancio di previsione 2023/2025 del Comune di Palermo. Il voto, a maggioranza, è arrivato stamane in Consiglio comunale. Da oggi la giunta presieduta dal sindaco Roberto Lagalla può impiegare pienamente le risorse e realizzare il proprio programma. Si tratta di un miliardo e 300 milioni per ciascuno dei tre anni. Il Bilancio è figlio dell’accordo con lo Stato firmato nel gennaio scorso, della rimodulazione del Piano di riequilibrio pluriennale (approvato il 29 maggio) e del Dup, documento unico di programmazione, varato, sempre a maggioranza, giovedì scorso.

“E’ un bilancio che si presenta nel rispetto del concetto di prudente sostenibilità. Adesso è garantita l’agibilità finanziaria e di spesa di questa amministrazione. Il bilancio e i suoi collegati restituiscono alla progettualità teorica dell’amministrazione la cifra dell’applicabilità» aveva detto in aula il sindaco Roberto Lagalla presentando il documento. “Questo Bilancio ci permette di immaginare la città che si vuole costruire e non solo gestire emergenze» aveva spiegato il vicesindaco con delega al Bilancio Carolina Varchi. A nome delle opposizioni, Mariangela Di Ganci di Progetto Palermo ha motivato oggi il voto contrario con la «mancanza di attenzione agli ultimi della città».

Per completare l’assetto economico e contabile manca solo l’approvazione del Consuntivo 2022 prevista entro la fine del mese corrente. La sfida dell’amministrazione parte da quanto scritto dallo stesso ragioniere generale Bohuslav Basile. L’equilibrio di bilancio è garantito solo «alla condizione che le Partecipate non producano perdite di esercizio e/o nuovi disallineamenti, pena la compromissione del risanamento dell’Ente». Un’attenzione particolare che era stata richiamata anche dai Revisori dei Conti. Ed è per questo che la Giunta ha costituito un organismo tenuto a monitorare, giorno dopo giorno, i conti delle Aziende partecipate. Per loro un compito arduo: migliorare i servizi a parità dei corrispettivi.

Soddisfatta il vice sindaco Carolina Varchi: «Dopo tanti anni il Comune ha il bilancio approvato nei termini previsti dallo Stato. È il primo bilancio che declina le misure del piano di equilibrio ed è lo strumento necessario insieme al consuntivo del 2022, che porterò in giunta tra pochi giorni, per fare ripartire concorsi e investimenti a Palermo. Ringrazio gli uffici per i grandi risultati resi possibili dal grande lavoro della ragioneria generale diretta».

Il Consiglio comunale ha votato a maggioranza il bilancio con le opposizioni che, pur esprimendo il voto contrario, non hanno alzato le barricate. Stamane hanno ritirato la gran parte dei 351 emendamenti che erano stati presentati. Intervenendo oggi in aula, Mariangela Di Gangi, di Progetto Palermo, ha spiegato il dissenso sul documento economico con la «mancanza di attenzione per le fasce deboli della società e con l’assenza di programmazione rispetto al progressivo diminuire delle risorse extracomunali».

Durante il dibattito sulla delibera, Giuseppe Lupo del Pd ha criticato il sindaco che «ha indugiato sette-nove mesi per nominare i vertici delle aziende partecipate. C’è stata una lentezza eccessiva». Antonio Randazzo dei Cinquestelle ha espresso preoccupazione per le aziende comunali obbligate «a migliorare i servizi a corrispettivi invariati». Per la collega di movimento Concetta Amella «il bilancio del Comune è asfittico perché si limita alla spesa corrente». Ugo Forello, del gruppo Oso, ha evidenziato che «il controllo analogo sulle Partecipate ancora non funziona». Per Fabrizio Ferrandelli di Azione «sarà necessario monitorare l’attività delle aziende controllate».

Dalla maggioranza Alessandro Anello, capogruppo della Lega, ha rassicurato sulla gestione delle partecipate perché «adesso sappiamo che i piani industriali arriveranno in aula e saranno oggetto del confronto». Per Giuseppe Milazzo, capogruppo di Fratelli d’Italia, «questa amministrazione ha scommesso sul controllo delle partecipate anche sotto il profilo operativo». Dario Chinnici, capogruppo di Lavoriamo per Palermo, ha affermato che «non è più possibile ripetere le stagioni passate quando l’aula era costretta a intervenire per sanare debiti fuori bilancio provenienti dalle aziende comunali».

 

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