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Una tassa per chi parte da Palermo, il Consiglio comunale ci ripensa

Carolina Varchi con Lagalla e il segretario generale Antonio Le Donne

A Palermo battuta d’arresto dell’amministrazione comunale guidata da Roberto Lagalla nel percorso di approvazione del Bilancio. Il vicesindaco Carolina Varchi, questo pomeriggio, è stata costretta a ritirare due delibere presentate in Consiglio comunale. La prima faceva riferimento all’introduzione di un’addizionale sui diritti portuali. L’avrebbero pagata tutti i passeggeri in partenza da Palermo (cittadini e turisti). La seconda era relativa all’imposta di soggiorno.

Entrambe rappresentano un lascito della precedente amministrazione guidata da Leoluca Orlando e sono state ripresentate a Sala delle Lapidi dalla giunta.

Sui diritti portuali, in due giorni di dibattito, sono emerse numerose osservazioni critiche, non solo da parte delle opposizioni. Anche la sesta commissione, quella alle Attività produttive, presieduta da Ottavio Zacco di Forza Italia, ha espresso parere negativo. La delibera era priva del regolamento che ne definisse i contenuti e le modalità di applicazione. Per Teresa Piccione e Giuseppe Zacco, entrambi del Pd, manca, tra l’altro, l’indicazione dei soggetti esentati dal pagamento a cominciare dai pendolari di Ustica. Fabio Giambrone, sempre del Pd, ha detto: «siamo stati due giorni in quest’aula per discutere una delibera che adesso non c’è più. Chiedo alla giunta Lagalla di studiate meglio».

Per Ugo Forello di Oso, in assenza di un regolamento applicativo, la delibera «non dice nulla sulla misura della tassa». «Se il bilancio venisse predisposto sulla base di questa delibera - ha detto - farò una segnalazione alla Corte dei Conti». Carmelo Miceli, del Gruppo Misto, ha sottolineato che in commissione la delibera non ha avuto l’appoggio neppure da un’esponente di Fratelli d’Italia, il partito della stessa vicesindaco. La previsione di incasso dai diritti portuali era di 500 mila euro per ciascuno di primi due anni di applicazione e di un milione al terzo anno. Per Massimiliano Giaconia, di Progetto Palermo, «la delibera non doveva essere presentata in questa forma». «Per garantire l’equilibrio di bilancio si farà ricorso ad altre risorse» ha spiegato il vicesindaco quando ha deciso di ritirare le delibere.

In un comunicato congiunto i consiglieri dei gruppi consiliari del Partito Democratico, Progetto Palermo, Azione e Gruppo Misto scrivono: «La marcia del gambero dell’amministrazione Lagalla continua. Il cronoprogramma dettato dal sindaco per l’approvazione del bilancio di previsione 2023/2025 salta sin dalle primissime battute. Esprimiamo preoccupazione per l’improvvisazione da dilettanti allo sbaraglio con cui procede la giunta».

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