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Trattativa, la difesa di Mori e De Donno: «La sentenza spazza via illazioni e teoremi»

L'avvocato Vittorio Manes dopo la sentenza della Cassazione

«Questa sentenza - afferma il professore Vittorio Manes, difensore assieme ai colleghi Milio e Romito degli ex militari del Ros Mori e De Donno, commentando la decisione della Cassazione di assolverli definitivamente - mette la parola fine a una dolorosissima vicenda, che due servitori dello Stato hanno patito per molti, troppi anni, subendo persino - dopo aver messo a rischio la propria vita per difendere lo Stato - l’accusa infamante di essere venuti a patti con la mafia. Ora è stato definitivamente chiarito che Mori e De Donno non hanno intavolato nessuna trattativa, e hanno agito solo nel pieno rispetto delle leggi e dei loro doveri, anche a costo della propria incolumità, pur di difendere lo stato dalla violenza stragista di Cosa Nostra».

Secondo il legale, «nell’attesa delle motivazioni, alla luce del dispositivo si può sin d’ora dire che quella della Cassazione è una pronuncia definitiva, che spazza via congetture e illazioni - aggiunge - teoremi e dietrologie, e non lascia spazio a dubbi circa l’operato dei due alti ufficiali dell’Arma, ai quali restituisce onore e serenità, anche se non cancella, purtroppo, l'interminabile calvario giudiziario che hanno ingiustamente subito».

Associazione Georgofili

In una nota l’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili di Firenze, «preso atto del dispositivo della Cassazione di oggi, ricorda che per cinque sentenze precedenti la trattativa Stato-mafia del 1992 c'è stata; che tale trattativa per la Cassazione costituisce reato di tentata minaccia ai governi Amato e Ciampi e che il Ros non ha concorso nel tentativo di minaccia al governo. Resta dunque il fatto storico inoppugnabile che quella trattativa, interrotta con la cattura di Riina, portò alle stragi in continente del 1993 e al sangue innocente di Caterina e Nadia Nencioni, dei suoi genitori e di Dario Capolicchio».

«Siamo stupiti e delusi delle conclusioni del procedimento in Cassazione - commenta il presidente dell’associazione, Luigi Dainelli - perché ben altri cinque giudizi precedenti avevano confermato quella improvvida trattativa era stata l’antefatto della decisione della mafia di spostare i propri attacchi allo Stato nel 1993 a Firenze, Roma e Milano».

Renzi

«Sulla presunta trattativa Stato Mafia - twitta il senatore e presidente di Italia Viva Matteo Renzi - oggi è arrivata la sentenza definitiva della Cassazione: assoluzione per non aver commesso il fatto. I giustizialisti di certe procure e di certe redazioni come quella de Il Fatto Quotidiano dovrebbero scusarsi o al massimo tacere per qualche anno. Non lo faranno perché non conoscono il significato della parola vergogna. Un abbraccio di solidarietà ai servitori dello stato oggi assolti in via definitiva dopo tanti anni di gogna mediatica e alle loro famiglie».

Crosetto

Parlando dei tre ex ufficiali del Ros, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, scrive su Twitter: «Dopo 20 anni. Onore a loro, alla loro silenziosa sofferenza, alla loro infinita lealtà e fiducia nello Stato».

Mulè

Per il vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia Giorgio Mulè «la pietra tombale che arriva dalla Corte di Cassazione con le assoluzioni del generale Mori, del generale Subranni, del colonnello De Donno e di Marcello Dell’Utri per il processo sulla cosiddetta Trattativa costituiscono la fine di un calvario che oltre ad aver sconquassato la vita degli imputati, ha minato la credibilità delle istituzioni». Il parlamentare siciliano sottolinea che «ai tre ufficiali dell’Arma e all’ex senatore, nessun risarcimento potrà restituire ciò che è stato tolto da un’iniziativa giudiziaria basata su un astruso e mai provato teorema che si reggeva su inesistenti pilastri d’accusa. L’onestà, il rigore e la credibilità di Mori, Subranni, De Donno e Dell’Utri viene sancita dopo decenni di indagini e processi costati un patrimonio dal punto di vista finanziario che hanno visto intaccare il patrimonio inestimabile dell’onore degli imputati».

Gasparri

«Ancora assoluzioni - commenta il vicepresidente del Senato, il forzista Maurizio Gasparri - per il generale Mori, il generale Subranni, il colonnello De Donno, Marcello Dell’Utri. E ora chi pagherà per queste accuse infondate durate per decenni? Chi risarcirà le vittime di una vera persecuzione? Dovrebbe esistere un organismo autonomo e autorevole che potesse decidere sanzioni durissime per quelle toghe che hanno inventato teoremi nelle procure. Gente dalla condotta inaudita, che si colloca all’opposto di figure eroiche della Magistratura. Alcuni di questi inventori di accuse infondate calcano ancora le scene, con la toga o in varie istituzioni. Diremo in Senato, a viso aperto, quel che va detto su certi protagonisti di una autentica persecuzione».

Ronzulli

«Di fronte all’assoluzione definitiva degli imputati - dice la presidente dei senatori di Forza Italia, Licia Ronzulli - nel processo sulla fantomatica trattativa Stato-mafia, non possiamo che avere una duplice reazione. Grande gioia e soddisfazione, perché è stata riconosciuta l’innocenza del senatore Dell’Utri, degli ex generali del Ros dei carabinieri, Mori e Subranni, e dell’ex ufficiale De Donno. Servitori dello Stato dei quali non abbiamo mai dubitato l'integrità e la correttezza. Una sentenza, tuttavia, che se da una parte restituisce l’onore, agli uomini e all’Arma dei carabinieri, che un’inchiesta dissennata aveva cercato di deturpare, dall’altra non può mai ripagare anni e anni di gogna giudiziaria, un tormento che ha coinvolto non solo gli imputati ma anche le loro famiglie».

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