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Prescritta la condanna per il sindaco di Alimena, era accusato di voto di scambio

Giuseppe Scrivano

La seconda sezione della corte d’appello di Palermo, presidente Dario Gallo e giudice relatore Marcella Ferrara, ha escluso nei confronti di Pino Scrivano, sindaco di Alimena, il reato di voto di scambio politico mafioso (articolo 416 ter cp).

Scrivano era sotto processo dal maggio 2013, gli era stato contestato il pagamento di 2.000 euro a soggetti di Bagheria che si erano occupati dell’affissione dei manifesti, dell’affitto di un locale adibito a comitato elettorale e dell’organizzazione di un rinfresco. I carabinieri avevano segnalato i soggetti che avevano ricevuto il denaro come esponenti della famiglia mafiosa di Bagheria. Da qui l’accusa di voto di scambio politico-mafioso.

«Il giudice ha ritenuto che il fatto contestato era insussistente e poteva astrattamente essere configurato come corruzione elettorale - dice l’avvocato Vincenzo Lo Re, difensore di Scrivano - ma ha ritenuto lo stesso prescritto da epoca antecedente alla sentenza di primo grado, revocando le statuizioni di condanna in favore dei comuni e delle associazioni costituite parte civile».

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