La marcia indietro sull’aumento delle indennità per gli amministratori è momentanea. La polemica che ha infiammato la seduta in finale d’anno per l’approvazione del bilancio di previsione sembra comunque destinata a essere soffocata.
In fondo, tutti i 40 inquilini di Sala delle Lapidi vogliono introdurre con una delibera ciò che in altre parti d’Italia è la regola da un paio di anni. E cioè aumentare i gettoni di presenza delle sedute consiliari e di commissioni, nonché gli stipendi di tutti gli amministratori, sindaco in testa. Era previsto un graduale ritocco, il 68% nel 2023 e il 100% l’anno successivo: il primo cittadino arriverebbe a circa 14 mila euro lordi che al netto delle tasse diventano circa 8mila, per gli assessori il 40% dell’indennità del sindaco che per i consiglieri scende al 30%. L’emendamento al bilancio era pronto, pare, con l’accordo di tutti. Ma poi le opposizioni si sono dichiarate contrarie costringendo il presentatore, Giuseppe Milazzo, presidente della commissione Bilancio, a ritirare l’emendamento.
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