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Ars, le nomine nelle commissioni parlamentari lasciano a bocca asciutta Miccichè

Renato Schifani e Gianfranco Miccichè a una recente convention elettorale (foto Fucarini)

All'Assemblea regionale siciliana la maggioranza prende tutto. Anche l’elezione dei presidenti delle principali commissioni parlamentari non porta sorprese, solo una minore è andata all’opposizione. E con nulla in mano è rimasto, di nuovo, soprattutto Gianfranco Micciché, ormai sempre più corpo estraneo all’alleanza di partiti che sostengono il governo di Renato Schifani.

Dopo la frattura che ha portato alla formazione di un gruppo autonomo all’Ars, alternativo a quello degli schifaniani, era trapelato da Roma che almeno sulla nomina dei presidenti di commissione si potesse dare spazio agli uomini di Miccichè. Non è andata così.

E c’è di più: ieri si è consumato un altro passaggio dello scontro fra l’ormai ex presidente dell’Ars e il presidente della Regione. La spaccatura dei due gruppi è ormai formalizzata dall’assegnazione - per opera della presidenza dell’Ars - di due nomi quasi speculari. Il nome ufficiale, Forza Italia, è andato a Micciché e agli altri 3 deputati a lui vicini. Mentre i 9 schifaniani, governatore compreso, sono confluiti nel gruppo «Forza Italia all’Ars».

È una soluzione che, a meno di un accordo politico che ieri non è emerso, non esclude il ricorso in tribunale annunciato da Miccichè, il quale aveva esplicitamente diffidato sia l’Ars che gli amici/nemici forzisti dall’utilizzare il nome Forza Italia per altri gruppi.

Se il caso finirà in tribunale lo si verificherà a giorni. Ieri intanto è andata in porto la nomina dei vertici delle commissioni, ultimo atto della formazione degli assetti interni dell’Ars. E ancora una volta la parte del leone l’ha fatta Fratelli d’Italia, che ha conquistato la guida della commissione Bilancio con l’etneo Dario Daidone. In realtà gli alleati avevano suggerito ai meloniani di indicare un deputato più esperto per la guida della commissione che è il centro vitale dell’Ars ma FdI, come già avvenuto nel caso della formazione della giunta, è andata avanti a testa bassa respingendo le indicazioni dall’esterno. I due vice in questo caso saranno la forzista Margherita La Rocca Ruvolo e l’autonomista Giuseppe Castiglione (solo omonimo dell’ex coordinatore dei forzisti). La guida delle commissioni assicura a ciascun presidente un gettone extra di 1.159 euro lordi mensili che si sommano agli 11 mila dello stipendio base. Ai vice presidenti delle commissioni (2 per ciascuna) andranno invece 290 euro lordi al mese in più.

Alla guida commissione Affari Istituzionali è andato da ieri il cuffariano Ignazio Abbate. Mentre Forza Italia conquista la presidenza della commissione Attività Produttive con il deputato palermitano Gaspare Vitrano. È un caso raramente verificatosi in passato: i partiti che guidano gli assessorati sono alla guida anche delle corrispondenti commissioni: in giunta infatti i cuffariani hanno anche la delega agli Enti Locali con Andrea Messina e Forza Italia ha l’assessorato alle Attività Produttive con Edy Tamajo.

L’Mpa ha la guida della commissione Ambiente e Territorio con Giuseppe Carta. Mentre alla Lega è andata la commissione Sanità: presidente è il messinese Pippo Laccoto. Infine, anche il presidente della commissione Cultura è un uomo di Fratelli d’Italia: il palermitano al primo mandato Fabrizio Ferrara.

Il quadro così delineato esclude da tutte le principali commissioni l’opposizione. Nella scorsa legislatura almeno la commissione Cultura era andata ai partiti non di maggioranza e un tentativo per bissare l’iniziativa c’era stato anche in questa fase di avvio della nuova legislatura. Ma poi la maggioranza ha tenuto tutto per sé.

In realtà al pentastellato Luigi Sunseri è andata la guida della commissione Ue, che si occupa soprattutto di monitorare l’uso dei fondi europei e l’applicazione delle direttive comunitarie. Ciò rende quasi scontato che la guida della commissione Antimafia, quella sì con ogni probabilità destinata all’opposizione (anche per via di una prassi consolidata), vada a un uomo del Pd: il favorito è Antonello Cracolici, deputato di lungo corso. Anche se pure i Cinquestelle non hanno negato di aspirare a quella poltrona: tuttavia il fatto che la vice presidenza dell’Ars sia andata nei giorni scorsi al leader 5 Stelle Nuccio Di Paola ieri ha fatto alzare di molto le quotazioni di Cracolici (la votazione sarà la prossima settimana).

Fuori da tutto anche gli uomini eletti nella lista civica Sud chiama Nord: aspiravano all’Antimafia ma è difficile che trovino spazio e non a caso ieri hanno disertato i lavori dell’Ars, manifestando la volontà di tornare a una opposizione dura. Anche perché dopo aver contribuito in modo evidente all’elezione di Gaetano Galvagno alla presidenza dell’Ars la contropartita politica attesa non è arrivata.

Da oggi la giunta inizia a lavorare alla manovra di fine anno. Schifani sarà a Roma per incontrare il ministro per l’Economia, Giancarlo Giorgetti, a cui chiederà un sostegno di 600 milioni. Che sono il frutto di un mancato versamento dello Stato per coprire l’aumento dei costi della Sanità della Regione. Poi domani - 25 novembre - la giunta varerà la manovra (inizialmente da 70 milioni) e un pacchetto di misure da quasi 400 milioni per aiutare imprese, famiglie e Comuni a fronteggiare l’aumento dei costi per l’energia.

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