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Spaccatura in Forza Italia: Miccichè e Schifani formano due gruppi diversi all'Ars

Gianfranco Miccichè

La mossa di Micciché arriva nel pieno di una giornata in cui la maggioranza sta già scricchiolando per la crisi che attraversa Fratelli d’Italia dopo le scelte sugli assessori. E soprattutto, questa mossa di Micciché, sancisce in poche ore la seconda spaccatura nel centrodestra.

Il coordinatore regionale di Forza Italia ha registrato all’Ars il gruppo che porta il nome e il simbolo storici. Ma lo ha fatto inserendo solo 5 deputati: oltre a se stesso, i suoi 4 fedelissimi Tommaso Calderone, Nicola D’Agostino, Riccardo Gennuso e Michele Mancuso. Capogruppo è stato provvisoriamente nominato proprio Micciché.

Che con questa mossa compie uno sgarbo all’area Schifani di Forza Italia. Visto che gli altri deputati azzurri più vicini al presidente adesso dovranno chiedere di aderire al gruppo che si chiama Forza Italia e reca in bella mostra il simbolo. Le regole dell’Ars prevedono che la loro adesione debba essere accettata dagli attuali membri del gruppo. E in ogni caso gli schifaniani, entrando, troverebbero la tavola apparecchiata, cioè un capogruppo diverso da quello che proprio oggi meditavano di eleggere e che secondo indiscrezioni doveva essere il marsalese Stefano Pellegrino.

Nel corso di pomeriggio anche l’area Schifani, forte di 8 deputati, si è riunita alla presenza del presidente della Regione e ha formato un proprio gruppo che ha effettivamente eletto Pellegrino al proprio vertice. La questione adesso diventa regolamentare e toccherà al neo presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, dirimerla, decidendo a quale dei due gruppi assegnare il nome di Forza Italia. In ogni caso lo scontro politico nel partito del presidente della Regione è arrivato al suo apice (almeno all’apice di oggi).

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