Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Palermo, Lagalla: Palazzo delle Aquile chiuderà per 2-3 anni, sarò un sindaco errante

La sede del municipio diventerà un cantiere per la ristrutturazione. Il trasloco in programma scontenta le organizzazioni dei lavoratori che protestano

Sala Martorana di Palazzo Comitini in una foto del 2006, dopo i restauri di allora

«A Palazzo delle Aquile sarà fatta una profonda ristrutturazione, i lavori dureranno 2/3 anni. Io sarà un sindaco errante tra Palazzo Palagonia e Palazzo Comitini, con qualche incursione a Villa Niscemi quando sarà disponibile perché pare che la legionella sia indebellabile».
Lo dice il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla. In merito alla posizione contraria dei sindacati ad accogliere a Palazzo Comitini il Consiglio comunale e gli uffici amministrativi, il sindaco afferma: Bisogna spegnere i conflitti, nelle prossime ore mi cimenterò per questo. Certamente - aggiunge - non si può mettere in tenda il Consiglio comunale. È necessaria una leale collaborazione istituzionale».

A breve Palazzo delle Aquile diventerà un cantiere per lavori di ristrutturazione, ma l’idea di trasferire l’attività del municipio a Palazzo Comitini sta creando polemiche. A mettersi di traverso sono i sindacati contrari al trasloco dei consiglieri e dei dipendenti comunali nell’edificio dell’ex Provincia, ora sede della Città metropolitana. Lo hanno fatto con una nota trasmessa ieri al sindaco Roberto Lagalla.

Fp-Cgil, Uil-Fpl, Cisl-Fp e Csa scrivono che negli ultimi due mesi hanno registrato «una sistematica e continua pressione da parte della rappresentanza del Consiglio comunale circa l’intento del trasferimento degli attuali uffici amministrativi della Presidenza e del Consiglio nei locali di Palazzo Comitini, causa la chiusura di Palazzo delle Aquile per lavori». I toni dei sindacati sono duri. «Le azioni coatte e coercitive di prendere possesso di stanze già occupate per anni da lavoratori dipendenti - si legge nella nota - si scontra e sta creando non solo disagi e forti lamentele da parte dei lavoratori dell’ex Provincia, ma la promiscuità con altri soggetti provenienti dagli uffici comunali che rischia di tradursi in una macro-allocazione confusionale e poco gestibile per via tra l'altro di lavoratori sottoposti a un regime orario e contrattuale di per sé differente».

Per i sindacati inoltre è «inopportuno e dannoso per le già precarie condizioni di Sala Martorana (le preziose maioliche in primis) farvi svolgere i lavori consiliari del Comune». Così, suggeriscono alla Sovrintendenza ai Beni culturali di negare il trasloco.

Persone:

Caricamento commenti

Commenta la notizia