Sulle buche da riparare a Palermo basta con le proroghe alla Rap. L’amministrazione comunale vuole che si proceda con i bandi per giungere allo strumento dell’accordo quadro (un appalto esterno che funziona a chiamata e con risorse finanziarie che possono essere individuate a rate entro i 4 anni di durata) e smetterla con rinvii di sei mesi in sei mesi a favore della ex municipalizzata, alla quale il servizio era già stato tolto in sede di riorganizzazione del contratto di servizio, due anni fa.
C’è questo scontro alla base del fatto che Rap è in questo momento senza titolo (la proroga è scaduta agli inizi di settembre) per garantire i lavori «di pronto intervento ed emergenza su sedi stradali e marciapiedi». Ciononostante, l'amministratore Girolamo Caruso ha dichiarato che «per senso di responsabilità l'azienda ha continuato con gli interventi, a salvaguardia dell'incolumità pubblica».
Ma a leggere il carteggio di questi giorni che viaggia all’interno del Polo Tecnico fra l’assessore e il dirigente, si scopre che il vero nodo ormai è che l'assessore Salvatore Orlando non è d’accordo a fare firmare al sindaco un nuovo provvedimento che autorizzi per altri sei mesi l'azienda di piazzetta Cairoli ad agire sulle vie sgarrupate della città. Non per un problema di principio, ma perché secondo lui è più opportuno dotare l'amministrazione dello strumento ordinario di programmazione che, peraltro, la precedente giunta, aveva autorizzato suddividendo la città in otto lotti, corrispondenti alle circoscrizioni e che nelle intenzioni dovrebbe garantire una sorveglianza e un tempo di reazione più efficaci.
Anche perché, come è stato evidenziato, da quando fu ammessa la prima proroga a oggi è stata di oltre due milioni di euro la richiesta di fatture da saldare. Scrive l’assessore Orlando al dirigente del settore Opere pubbliche, Maurizio Pedicone, (che non ci è stato impossibile da contattare), che dare il via all’accordo quadro «non comporta di per sé l’impegno da parte dell’amministrazione di alcuna somma nei confronti dei contraenti. L’impegno delle somme avverrà in sede di approvazione dei contratti attuativi». Come a dire che nemmeno l’alibi della mancanza di risorse si può addurre per questo ritardo. Ma nonostante «la chiara deliberazione della giunta alla fine del 2020, alcuna relativa attività è stata posta in essere, nemmeno di natura preparatoria».
Uno «stallo ingiustificato» lo definisce l’esponente dell’amministrazione. Peraltro, la deliberazione del Consiglio comunale parlava di una proroga «non oltre il 31 marzo del 2021». Per cui avviare le pratiche per giungere a un accordo quadro avrebbe dovuto essere una priorità. Neanche il rilievo che lo schema dell’accordo non poteva essere inviato all’Urega per l’espletamento della gara in quanto previsto nel piano triennale delle opere pubbliche adottato solo qualche settimana fa viene smentito da Orlando. Secondo le sua parole, infatti, «l’intervento in trattazione era già inserito nel piano triennale delle opere pubbliche 2020-2022 e anche in quello successivo, 2021-2023».
Insomma, uno scambio dialettico in piena regola con cifre e riscontri alla mano. Che vuole anche essere un segnale per la burocrazia: ormai il controllo delle cose è stretto. E se gli uffici in autonomia possono prorogare il servizio che lo facciano; ma se si chiede di farlo al sindaco o all’assessore allora prima bisogna spiegare il perché di questi ritardi.
Tanto per aggiungere un po’ di pepe alla diatriba, l’assessore Orlando fa notare che questo tipo di inefficienza potrebbe avere causato un danno all’ente, e per questo ha inoltrato il documento a ragioniere e segretario generale «per ogni eventuale contributo». Perché se l’amministrazione non si è potuta avvalere, in esecuzione di un accordo quadro, «di interventi strutturali su strade e marciapiedi» questo ha comportato l’impossibilità di ridurre «l’eventuale contenzioso che vede spesso il comune soccombente incidendo negativamente sul fenomeno dei debiti fuori bilancio e dunque sull’equilibrio finanziario dell’Ente». I cittadini, comunque, attendono un piano di riordino dei manti stradali al posto delle vie crivellate dai buchi.
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