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De Lucia nuovo procuratore capo a Palermo: «La lotta a Cosa nostra in tutte le sue forme»

Maurizio de Lucia

Maurizio De Lucia è il nuovo procuratore di Palermo. Lo ha stabilito il Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura con una decisione presa all’unanimità. Campano, 61 anni, De Lucia lascia la Procura di Messina.

È iniziato col ricordo delle vittime della mafia il discorso di insediamento del neo procuratore di Palermo Maurizio de Lucia. «La Procura che dirigerò - ha detto - sente fortissimo il peso della sua storia», ha affermato davanti a una platea gremita, nell’aula magna della corte d’appello del capoluogo siciliano. Ed è la lotta a Cosa nostra il primo di una lunga serie di obiettivi che de Lucia ha indicato e che caratterizzeranno il suo «servizio». «Cosa nostra non è più quella delle stragi ma è presente e continua a condizionare l’economia della città», ha ammonito.

Tra le priorità elencate dal neo procuratore anche la tutela delle cosiddette fasce deboli, donne minori, persone fragili, e dell’ambiente e delle tante bellezze della città. Un’azione a tutto tondo, quella annunciata, che spazierà tra passato e futuro, «sono ancora tanti - ha detto - i fatti avvolti da mistero su cui indagare» e futuro. Tutto con un metodo, ereditato dai suoi predecessori, e improntato alla condivisione e alla collaborazione all’interno dell’ufficio inquirente. De Lucia ha invitato la stampa a esercitare un serrato controllo su quel che sarà l’attività della Procura e ha annunciato che si faranno indagini a tutto campo ma verranno celebrati solo i processi che «riterremo possano condurre a condanne».

«Sono grato al Consiglio superiore della magistratura - ha detto De Lucia - per una nomina decisa all’unanimità, dunque con la piena condivisione da parte di tutte le sue componenti. Conosco bene Palermo e sono consapevole delle gravi problematiche che mi attendono, proprio per questo spero in tempi brevissimi di poter incontrare i miei nuovi colleghi per iniziare a discutere dei tanti temi che dovremo affrontare, primo tra tutti naturalmente il contrasto a Cosa nostra, in tutte le sue varie forme».

De Lucia ha aggiunto che «in questo momento il pensiero non può che andare ai tanti, troppi, magistrati palermitani, poliziotti e carabinieri che sono caduti per mano mafiosa, la cui memoria cercheremo di onorare con il nostro lavoro in ogni momento».  Infine ha concluso auspicando che Palermo «che, dopo le stragi del 92 ha dato all’Italia una lezione di resistenza civile alla mafia, possa tornare a tenere alti i valori dell’impegno civile».

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