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Il terzo polo apre il cantiere di lavoro anche in Sicilia: Trizzino potenziale candidato

Giorgio Trizzino

Se l’operazione andrà in porto, anche in Sicilia nascerà il terzo polo. Un contenitore centrista che nasce su due gambe, quella degli uomini di Calenda e di Renzi ma che punta a raccogliere tutti i satelliti che ruotano intorno a Forza Italia.

In realtà l’operazione, esattamente come sta accadendo a Roma, ieri ha compiuto ben più di un primo passo. E ne è dimostrazione il fatto che nell’Isola sia già stato individuato il potenziale candidato da schierare per la presidenza della Regione: è Giorgio Trizzino, punta siciliana a Roma di Azione. E sarebbe, il deputato palermitano, il quarto candidato a Palazzo d’Orleans dopo Caterina Chinnici, Cateno De Luca e l’uomo o la donna che oggi i leader nazionali del centrodestra individueranno durante un vertice di coalizione.

Il tempo però stringe. E per questo motivo in Sicilia il terzo polo viaggia perfino più speditamente che a Roma. Le prime intese sono già state siglate, seppure solo con una stretta di mano. Davide Faraone, leader dei renziani isolani, ieri non nascondeva l’ottimismo: «Stiamo lavorando alla costituzione del polo nazionale. E dunque anche alle Regionali siciliane ci sarà un terzo polo».
Il punto però è attrarre altri partiti. In primis per scollinare alle Regionali il muro del 5% di sbarramento per entrare all’Ars. Ieri Faraone ha rivolto un appello «a liberali, socialisti, repubblicani, democratici». Mentre lo stesso Trizzino ha rivolto un invito ancora più ampio: «Azione e Italia Viva sono pronte a lanciare un messaggio rivolto innanzitutto al mondo moderato. Ci rivolgiamo innanzitutto a quanti non si sentono più rappresentati da Forza Italia. Ma evidentemente non solo a loro. Possono guardare al terzo polo tutti coloro che ormai in cabina elettorale esprimono la preferenza turandosi il naso e sopportando il maldipancia»

È una formula volutamente ampia. Perché il punto di questa fase concitata è riuscire ad attrarre il mondo ex democristiano che potrebbe essere attratto dall’idea di un polo centrista, sfrondato da estremismi sia di destra che di sinistra.

Ma qui si apre per il terzo polo una partita subito molto delicata. Perché se a Roma questo progetto passa da un accordo - a cui si sta già lavorando - con la Dc di Grassi, a Palermo l’operazione dovrebbe portare a un dialogo con Totò Cuffaro. Ipotesi che nel caso di Italia Viva era già circolata, senza conferme, nei giorni scorsi ma che ora avrebbe un valore molto più politico. Il Pd, che aveva tentato di riavvicinare i renziani alla coalizione che sta sostenendo la Chinnici, aveva deciso di fermare gli appelli ritenendo che fosse vicino un accordo elettorale fra gli uomini di Renzi e Cuffaro.

Faraone ieri ha smentito questa possibilità, ammettendo che nei giorni scorsi Italia Viva ha guardato con interesse a cosa stava accadendo nel centrosinistra: un eventuale passo indietro dei grillini avrebbe potuto riaprire la strada a un dialogo nell’Isola. E allo stesso modo se il centrodestra avesse puntato su un candidato moderato, o meglio ancora civico, sarebbe stata ipotizzabile una operazione come quella che a Palermo ha portato i renziani a sostenere Roberto Lagalla all’interno di una lista civica.

Opzioni che ieri sembravano superate. Azione e Italia Viva lavorano al terzo polo anche in Sicilia e avranno un loro candidato presidente.

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