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Elezioni a Palermo: diminutivi e soprannomi nelle liste: boom di "detto"

Palazzo delle Aquile

Nomi, cognomi e in molti casi anche soprannomi. Le liste dei candidati al consiglio comunale di Palermo, presentate la scorsa settimana, sono un lungo elenco dove oltre al nome che compare sulla carta d'identità in tanti hanno aggiunto uno o più "detto". In sostanza hanno indicato nella lista anche il soprannome, il secondo nome o quello con cui vengono più spesso chiamati o conosciuti.

Un'esigenza per molti, è chiaro, per non rischiare di perdere voti davanti ad elettori poco attenti. Se riportato nelle liste presentate entro la scadenza, la legge consente di accettare come voto valido quello in cui è indicato il soprannome o un nomignolo del candidato. Come sempre accade, in molti hanno approfittato dell'opportunità.

Alcuni esempi? Nella lista Alleanza per Palermo che sostiene Roberto Lagalla e che ha come capolista Salvatore Lentini detto Totò, c'è fra gli altri anche Zarcone Pietro detto signor Pellegrino. Nella lista di centrodestra Prima l'Italia c'è Savoca Salvatore detto Cecè o Cardella ma anche Cane Domenico detto Canè o Mimmo.

Nella lista di Fratelli d'Italia salta agli occhi il capolista Giuseppe Milazzo detto Monforte e stravolgimenti di cognomi come nel caso di Scarpinato Francesco Paolo detto Sinopoli o Ferrara Fabrizio detto Garufi o ancora Di Fazio Giovanni detto Barbagallo.

Nella lista della Nuova Dc c’è Marcello Fenoaltea detto Fenfer, che è il nome che utilizzava alla Città dei Ragazzi per far divertire i bambini. Nella lista Moderati per Lagalla si legge Incarbone Emanuele detto Inca, detto Incardone, detto Incarbona.

Nella lista del Pd figura l'attuale assessore ai Servizi cimiteriali Antonino Sala detto Tony, Antonio, Nino, Claudio. C'è poi l'attuale presidente dell'VIII circoscrizione Marco Frasca Polara detto Frasca, Polara, Francesco Polara, c'è anche Sivapragassen Ramasamy detto Mario, e Giovanni Raineri il cui cognome probabilmente viene spesso storpiato così che il candidato ha deciso di scrivere accanto al suo nome e al suo cognome anche "detto Rainieri detto Ranieri detto Raneri detto Rainero detto Raniero".

Nel centrosinistra, a proposito di cognomi, ci sono i casi di ominimia. Sono 4 i candidati che portano il cognome Miceli. Oltre al candidato sindaco Francesco detto Franco, c'è anche un big del Pd il deputato nazionale Carmelo, che però non ha aggiunto soprannomi (neppure "detto Franco"), c'è anche Filippo Miceli di Sinistra Civica Ecologista e sempre nella coalizione c'è Giuseppe Miceli di M5s. Il cognome Miceli è presente anche nella coalizione di centrodestra dove nella lista della Nuova Dc figura Miceli Daniela detta Scalici.

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