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Il leader di Sinistra Italiana Fratoianni a Palermo: «La città è cambiata, non torni indietro»

«Non si piombi nella stagione in cui la politica è affare di pochi, interesse particolare contro interesse generale, accaparramento di risorse, costruzione del potere», dice a sostegno del candidato sindaco Franco Miceli

«Palermo non può tornare indietro in modo drammatico, non si piombi nella stagione in cui la politica è affare di pochi, interesse particolare contro interesse generale, accaparramento di risorse, costruzione del potere, filiera fuori da ogni idea di costruzione di uno spazio pubblico, di una comunità che vive e costruisce il suo futuro quotidianamente». Lo dichiara Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana arrivato nel capoluogo siciliano per sostenere la candidatura a sindaco di Franco Miceli, appoggiato da Pd, M5S, Sinistra Civica Ecologista e movimenti civici.

«Palermo in questi anni è cambiata - aggiunge - certo ci sono molti problemi ed è difficile quando ci si misura con il governo complesso, con la vita delle persone, ma Palermo è trasformata, è una città che guarda al mondo». Poi Fratoianni attacca la parte avversaria in campo: «Oggi in questa città c'è una destra che in modo perfino esplicito e spudorato, va oltre il limite della decenza e si presenta alla città con l'obiettivo di restaurare una stagione fosca. Il futuro di questa città si fa costruendo l’innovazione nella valorizzazione di una svolta radicale immaginando di continuare ad investire sulla mobilità a misura di donna, di uomo, di anziano, di bambini».

«Con questa conferenza ribadiamo il ruolo della nostra coalizione», dice dal canto suo il candidato sindaco Franco Miceli. «Fin dall’inizio ci siamo occupati di costruire un progetto partecipato con i cittadini e le cittadine che sono consapevoli dei pericoli oggi in atto», afferma . E continua, «mi riferisco alla ricomposizione di vecchie logiche di potere e distruttive e di poteri mafiosi che hanno fortemente condizionato la pubblica amministrazione fino al 1993: anni in cui non c'era alcuna partecipazione, c'era il soffocante peso di chi sottraeva risorse pubbliche per investire negli interessi di pochi».

«C'è qualcuno che vuole riportare indietro a quell'epoca nefasta le lancette dell’orologio. Il centrodestra è un minestrone maleodorante che ignora o finge di ignorare che negli ultimi trent'anni a Palermo si sono radicati dei valori che faranno da scudo a chi ripropone quelle logiche», prosegue Miceli. «Non guardo alle figure che hanno manovrato la costruzione del centrodestra, come Cuffaro e Dell’Utri. Io - afferma Miceli - l'ho con Lagalla che non prende le distanze, anzi, rinvigorisce e rinsalda ogni giorno i rapporti con delle realtà che dovrebbero stare fuori da ogni processo politico e che invece parlano liberamente del futuro di Palermo ragionando su poltrone comode e meno comode, sulle Partecipate e sulla distribuzione di prebende a mogli e figli dei loro candidati. Il quadro è desolante». Per Miceli, «Palermo non dimentica. Non darà sostegno a chi la farebbe tornare a quegli anni bui, in atto c'è una guerra di valori e gli elettori sanno qual è la posta in gioco».

Fratoianni ha modo di guardare anche agli scenari nazionali. «Sinistra italiana - dichiara - è all’opposizione di questo governo insieme con i Verdi e con altre forze con cui stiamo dialogando in vista delle elezioni politiche, ma noi vogliamo costruire un’alleanza nel campo progressista, ecologista, di sinistra che abbia al centro le questioni sociali, la lotta per un salario più giusto, per la riduzione delle diseguaglianze, per la transizione ecologica». Poi aggiunge: «Vogliamo costruire un’alleanza con il Movimento 5 Stelle e con il Partito democratico in grado di offrire al Paese una prospettiva di governo che abbia queste questioni al centro, pur nelle differenze che riguardano il sostegno al governo Draghi. Per esempio, sulla gestione di questa drammatica guerra in Ucraina ci sono differenze che nessuno nasconde». Spiega inoltre che «da alcuni giorni sono iniziate a circolare nel dibattito politico italiano a partire dal premier parole come tavoli negoziali, ricerca della pace, necessità di trovare una soluzione che superi il dramma del conflitto. Un segnale finalmente positivo dopo settimane di retorica bellicista. Tuttavia parole sagge che mal si conciliano con la realtà dell’ulteriore invio di armi, il modo più sbagliato per trovare una soluzione». E ancora: «Non bastano i siparietti nei tg. Il governo deve venire in Parlamento- conclude il leader di SI - che deve essere messo in modo trasparente e chiaro nelle condizioni di potersi esprimere con un voto, di fronte ai nuovi sviluppi internazionali».

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