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L'appoggio di Cuffaro a Lagalla: aspra polemica fra l'ex presidente e Giusto Catania

«È la mia presenza ad inquietarlo, anziché l’esito disastroso con il quale riconsegnano la città di Palermo», dichiara l'ex presidente della Regione. L'assessore aveva parlato di un «quadro generato da due dei più noti condannati per mafia della scena politica italiana», riferendosi anche a Dell'Utri

L'ex presidente della Regione Totò Cuffaro

«Toh si risente Giusto Catania»: il commissario regionale della DC Nuova, Totò Cuffaro, risponde all’attuale assessore alla Mobilità del Comune di Palermo, che ieri aveva attaccato la coalizione di centrodestra chiamando in causa proprio Cuffaro.

«Esce dal cancello della discordia - dichiara Cuffaro, con riferimento all’esponente di Sinistra Civica Ecologista - e con la sua macchina istituzionale si immette nel turbinio del traffico, lui può usare la corsia preferenziale e pare, a suo dire, sia anche inquietato per la mia presenza in politica. Certo, è bello sapere che sia la mia presenza ad inquietarlo, anziché inquietarsi per gli altri mille motivi che riguardano l’esito disastroso con il quale riconsegnano la città di Palermo per cui, sì, avrebbe motivo di inquietarsi».

Una dura reazione a una dura dichiarazione di Giusto Catania. «Nella destra palermitana - aveva detto ieri l’assessore della giunta Orlando - comandano Cuffaro e Dell’Utri che, in modo esplicito, hanno determinato la decisione di sostenere Lagalla come candidato unico. Questi sono segnali inquietanti: è evidente che Lagalla rappresenta la foglia di fico di un quadro politico generato da due dei più noti condannati per mafia della scena politica italiana. Adesso la situazione è chiara e c'è un motivo ulteriore per impedire un triste ritorno al passato, il momento più buio della storia di Palermo».

Cuffaro risponde per le rime. «Patetico Giusto Catania - dice l’ex presidente della Regione, rivolgendosi direttamente all’avversario -, inquietati da assessore ancora per qualche giorno, ora che lo puoi, tra poco potrai continuare ad inquietarti ma per fortuna delle palermitane e dei palermitani, non più da amministratore di questa città. Occhio alle piste ciclabili, alla Ztl e alle corsie di preferenza, non vorrei che con questa inquietudine ti si annebbiasse la vista. Ah dimenticavo, buon lavoro, ancora per poco».

Cuffaro attacca direttamente Catania, anche se l’argomento alla base della contestazione dell’assessore - ovvero la condanna dello stesso Cuffaro, già scontata - è condiviso da altre forze politiche, come il Movimento 5 Stelle. «Dopo settimane di farsa - dicono in una nota i parlamentari pentastellati di Palermo - il centrodestra ha scelto il candidato sindaco di Palermo, un politico di razza che vorrebbero presentare come civico, già assessore di Musumeci, “benedetto” da Marcello Dell’Utri, fondatore di Forza Italia, nonché condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, e abbracciato e sostenuto da Totó Cuffaro, già condannato a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato alla mafia».

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