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IL DIBATTITO NEL PD

Amministrative a Palermo, i Giovani Dem: "Favorevoli al campo largo"

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Il segretario provinciale dei Giovani Dem di Palermo Manfredi Germanà

Mentre nel centrosinistra si anima il confronto sulle alleanze in vista delle prossime elezioni, a cominciare dalle amministrative nel capoluogo, i Giovani Dem prendono posizione e annunciano di essere favorevoli al campo largo, ipotesi sostenuta anche dal segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo ma che non ha ottenuto il favore di tutto il partito. C'è chi è favorevole ad una coalizione allargata a forze moderate e riformiste, chi invece vuole proseguire la strada dell'alleanza giallorossa.

"Palermo non può discostarsi dalla linea lanciata tanto dal segretario nazionale Enrico Letta quanto dal nostro segretario regionale Anthony Barbagallo", è l'opinione dei Giovani Democratici di Palermo che escono allo scoperto e si dichiarano così favorevoli alla creazione di un campo largo in vista delle prossime elezioni amministrative.

"È arrivato il momento, ormai non più rinviabile, di mettere in campo e trasformare in atti concreti il lavoro e le discussioni programmatiche, sviluppatesi all’interno degli organismi preposti a farlo - afferma il segretario provinciale dei Giovani Dem Manfredi Germanà -. E la riflessione, come ritiene la segreteria della federazione provinciale unita dei giovani democratici, va portata avanti, avulsa da rancori di sorta o sterili campanilismi, nella costruzione di un campo largo del quale il Pd deve saper essere protagonista. Bisogna accogliere con favore le aperture del mondo riformista e moderato, allargando il perimetro delle alleanze a tutti coloro che condividano l’idea di un fronte antisovranista, che abbiano a cuore il futuro, l’innovazione e la ripartenza della Città Metropolitana di Palermo nel suo ruolo all’interno del panorama politico regionale e di guida geopolitica per l’intera area Mediterranea".

Secondo Germanà "serve coraggio e identitá forte, consapevolezza di chi siamo e cosa rappresentiamo, senza aver paura di confrontarsi con altri mondi, non poi così lontani dal nostro, ma partendo dai programmi e non dalle persone, dalle idee e dalle lotte condivise, e non dagli interessi personali, dalla partecipazione e dalla valorizzazione dei giovani come chiave di lettura del futuro, del mondo dell’associazionismo, dell’Università, della formazione e della società civile, e non come pupi e pupazzi di film che non abbiamo voluto mai vedere".

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