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Palermo, l'aumento dell’Irpef costerà 220 euro in più a testa

Leoluca Orlando

Il concetto di fondo è il seguente. I conti del Comune sono disastrati. Per non finire nel rigido mondo del dissesto, dove tutto è governato asetticamente dalle norme, l’amministrazione ha preferito il più flessibile piano di riequilibrio approvato lunedì dal Consiglio (14 sì, compresi i 5 Stelle) col fondamentale patto di desistenza di tutto il centrodestra, che di fatto si è rivelato come la stampella della maggioranza politica. Di quell’area solo la Lega è rimasta in aula e si è astenuta (a filo di regolamento vale come voto contrario), ma aveva due consiglieri assenti che se fossero stati in aula avrebbero rovesciato le sorti dell’atto.
Il provvedimento cala come una nebbia pesante per la vita della città e per il portafoglio dei contribuenti costretti a mettere mani al portafoglio in maniera sostanziosa. Un progetto di riequilibrio che oltre alla stangata lascia l’amaro in bocca per la consapevolezza che non un euro dei sacrifici che si chiedono ai cittadini andrà per migliorare servizi, strade, marciapiedi, cimiteri ,scuole, trasporti, nulla. Nulla. Tutto il prelievo, in sostanza, servirà per coprire i buchi di bilancio. Tutto.

Sul Giornale di Sicilia oggi in edicola un servizio di Giancarlo Macaluso

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