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Irpef alle stelle, in bilico il riequilibrio dei conti al comune di Palermo

Palazzo delle Aquile

«Troppe tasse per i cittadini, troppe incertezze, nessuna garanzia che la macchina si rimetterà in moto. Lasciamo al prossimo sindaco la scelta di come affrontare questo problema». È lo slogan di chi fino a ieri sera lavorava per la bocciatura del piano di risanamento. «Questa è l’unica ancora di salvezza per la città, il solo modo per tornare ad avere liquidità ed evitare il dissesto che, a differenza del riequilibrio, non può essere governato», è l’argomento di coloro che invece tifano affinché la delibera passi.
E fino all’ultimo secondo dell’ultimo minuto, dell’ultima ora, dell’ultimo giorno la partita è rimasta incertissima anche in questa domenica di tappe forzate per il Consiglio comunale. Giocata sul filo sottile dei numeri che la ex maggioranza non ha, potendo contare solamente su 10 consiglieri. L’unica speranza dell’amministrazione è nel soccorso del centrodestra o magari dei 5 Stelle. Questo serve per abbattere il muro alzato dai cinque di Italia viva, dai due di Oso e dai tre di +Europa, convinti di potere affossare il piano che o viene approvato entro oggi o buonanotte ai suonatori. Un piano che prevede un pareggio dei conti in 20 anni e che in cambio di politiche di austerità concordate con il governo nazionale palazzo delle Aquile potrà ricevere 475 milioni. Se verrà affossato si entrerà in un regno inesplorato. Si aprono le porte del dissesto?

Sul Giornale di Sicilia oggi in edicola un servizio di Giancarlo Macaluso

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