Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Faraone: «Il ministero degli Interni interverrà in difesa della tomba di Falcone a Palermo»

Davide Faraone a San Domenico con il rettore della chiesa, padre Sergio Catalano

Il candidato sindaco di Palermo e capogruppo al Senato di Italia Viva, Davide Faraone, lancia un Sos al sottosegretario al ministero degli Interni, Ivan Scalfarotto, per la salvaguardia della chiesa di San Domenico, a Palermo, e della tomba di Giovanni Falcone, che si trova all’interno della basilica.

«Ho visitato la tomba di Giovanni Falcone e Padre Sergio Catalano, rettore di San Domenico, mi ha mostrato alcune criticità della chiesa. Appena ho appreso la notizia che nella navata sud una vasta macchia d’acqua incombe sulla sepoltura di marmo del giudice Falcone e che la pioggia rischia di allagarla, ho chiamato immediatamente il sottosegretario al ministero dell’Interno, Ivan Scalfarotto. La Prefettura di Palermo ha chiesto subito alla competente Soprintendenza di verificare la situazione per adottare le misure urgenti, più idonee a scongiurare pericoli».

Faraone assicura che sarà effettuato un intervento. «I costi saranno sostenuti dalla Direzione centrale degli affari dei culti - annuncia - e per l’amministrazione del Fondo edifici di culto, la cui delega è affidata proprio ad Ivan Scalfarotto, nell’ambito delle risorse appositamente stanziate nel bilancio del Fondo. Scalfarotto mi ha anche informato che nel Pnrr è previsto un intervento complessivo di restauro della splendida Chiesa di San Domenico, per un totale di 1.125.292 euro».

Alcuni giorni fa una parte del prospetto della chiesa era caduto finendo sull'asfalto. La pioggia rischia di allagare la sepoltura di marmo, circondata ogni giorno da decine di persone che entrano nel pantheon degli uomini illustri di Sicilia per rendere omaggio al giudice ucciso dalla mafia nella strage di Capaci del 23 maggio 1992. Piove sulla tomba di Falcone e piove già da tempo in tanti altri punti della chiesa ormai irrimediabilmente danneggiati: le cappelle, la zona antistante la sagrestia, il coro, gli organi di fine Ottocento. Sulle coperture del tetto non si interviene dalla fine degli anni Cinquanta, sul prospetto principale da cui i primi di dicembre si è staccato un pezzo di decorazione non si fanno lavori da una trentina d’anni.

Persone:

Caricamento commenti

Commenta la notizia