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Regione, la picconata di Micciché a Musumeci: «Non ci aiuta a ricandidarlo»

Nello Musumeci e Gianfranco Miicciché

“Se ha la capacità, e se ci sono ancora i tempi per farlo, pensi a ricucire con i partiti in Sicilia invece di cercare a Roma improbabili imprimatur alla ricandidatura”: doveva essere solo il tradizionale scambio di auguri con la stampa parlamentare, invece Gianfranco Micciché ha colto l'occasione per assestare un'altra picconata al piano del presidente Musumeci per arrivare a un mandato bis.

Il ragionamento di Micciché si basa su due presupposti: la certezza che in caso di ricandidatura di Musumeci il centrodestra si ritroverebbe con due uomini in corsa, visto l'aperta ostilità di Cateno De Luca, e la contrarietà all'ipotesi che la scelta dell'uomo su cui puntare venga fatta a Roma.

Rispetto alla prima certezza Micciché ha mandato un avviso a tutta la coalizione: “Il sindaco di Messina, De Luca, si candida di sicuro se Musumeci tenta il bis. A quel punto noi avremmo una coalizione unita ma due candidati che si sottraggono voti a vicenda. Questo ci farebbe perdere le elezioni e sarebbe un problema di tutti”.

Il non detto è che la candidatura di Musumeci ostacola l'unità dei big del centrodestra, almeno secondo il presidente dell'Ars. Che per questo motivo mostra di non essere contrario ad alternative a Musumeci. In quest'ottica non è più un mistero che “il mio sogno sarebbe quello di candidare mio fratello Gaetano (manager nazionale di banca Intesa). Ma al momento è solo un sogno, nessuno glielo ha chiesto, malgrado da quando se ne parla sui giornali la gente mi ferma per strada e mi dice che sarebbe un presidente meraviglioso” ha sintetizzato ancora Micciché.

La certezza che “il candidato verrà deciso in Sicilia e non a Roma” serve invece a Micciché per derubricare a livello di sterili trattative gli incontri che Musumeci sta avendo a Roma negli ultimi giorni, prima con Salvini e poi soprattutto con la Meloni.

Il punto è che in ogni caso secondo Micciché sul bis di Musumeci pesa una bocciatura di Forza Italia e, confessa il presidente dell'Ars, di quasi tutti gli alleati: “Ricandidare Musumeci è ogni giorno che passa più difficile. E lui non ci rende il compito più facile. Dopo l’elezione del Capo dello Stato decideremo cosa fare. Ma nei fatti in Sicilia in questo momento non vedo unita una maggioranza sul suo nome”. E per rafforzare il concetto Micciché ha aggiunto: “ Il governo Musumeci non tratta minimamente nulla con l’Assemblea, che rappresenta l’insieme dei

partiti che hanno eletto il presidente della Regione e che fanno opposizione. Se non comunichi al Parlamento, agli alleati e agli oppositori è un problema di democrazia, no di rapporti tra me e
Musumeci”.

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