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Regione, esce allo scoperto lo studio che ha progettato il centro direzionale

Dopo la sospensione della gara, Leclercq Associés assicura: «Nessun rapporto professionale diretto con il presidente della commissione aggiudicatrice. Abbiamo agito correttamente»

Il progetto del centro direzionale della Regione
Il progetto del centro direzionale della Regione

A quasi tre mesi dal blocco della gara per il centro direzionale della Regione, arriva la nota di uno degli studi francesi assegnatari dell'incarico che esclude conflitti di interesse con la commissione aggiudicatrice e rilancia il progetto della realizzazione della grande opera in programma a Palermo. A uscire allo scoperto è lo studio Leclercq Associés, che, tramite un comunicato, «ritiene doveroso offrire il proprio punto di vista sui fatti, in relazione al concorso internazionale per il nuovo centro direzionale della Regione Siciliana, nel pieno rispetto della procedura amministrativa in corso e in considerazione dell'importanza del progetto per l'opinione pubblica».

Il progetto si è fermato a maggio scorso, quando il traguardo era a un passo. L'obiettivo  era fare confluire tutti gli uffici palermitani della Regione in un'unica struttura. Un appalto da 425 milioni. A maggio è arrivata la sospensione dell’affidamento della gara di progettazione, attraverso un brevissimo comunicato firmato dal responsabile del procedimento, il capo del Genio Civile di Enna Antonio Leone, e pubblicato nel sito della Regione: «In relazione alle verifiche in corso, ex articolo 80 del decreto legislativo 50/2016, la stazione appaltante non ha ancora formalizzato le proprie determinazioni in merito all’esito del concorso. Il calendario di gara pertanto è temporaneamente sospeso».

La gara si era conclusa a marzo e prevedeva la progettazione definitiva del polo con tre torri in cui trasferire l’intera Regione e ad altre opere di interesse per la città. L’articolo 80 del decreto legislativo 50/2016 è quello che prevede le cause di esclusione di una ditta concorrente. La sospensione è arrivata dopo la polemica (nata dopo un servizio di Striscia la Notizia) che ha investito il presidente della commissione aggiudicatrice, chiamata ad assegnare la progettazione definitiva a uno studio dopo un concorso internazionale di idee. Il presidente della commissione è l’ingegnere parigino, classe '55, Marc Mimram. Venne scelto dalla Regione dopo un'interlocuzione con l’Ordine degli Architetti. A vincere il bando per la progettazione è stato un raggruppamento italiano, la Tekne di Milano, al cui interno però è fortissima la componente parigina: ne fanno parte, oltre allo studio  Leclercq Associés, gli architetti Nicolas Laisne e Clement Blanchet. I dubbi, nella stessa Regione, sono nati quando sono filtrate una serie di indiscrezioni su vecchi rapporti professionali che il presidente della commissione aggiudicatrice avrebbe avuto con alcuni dei francesi coinvolti nel progetto. Dubbi che hanno portato il responsabile del procedimento a sospendere la gara

La nota odierna dello studio francese non nega il coinvolgimento in passato in lavori svolti con il presidente della commissione, ma lo inquadra in un'ottica che escluderebbe ogni irregolarità. «Dopo la temporanea sospensione della graduatoria - si legge nel comunicato - Leclercq Associés ha risposto alle richieste di informazioni della Regione Siciliana e ha ribadito che le dichiarazioni rese sono certamente veritiere e conformi con i requisiti del bando. A questo proposito sono stati forniti tutti gli argomenti utili a dimostrarlo. In particolare - questo lo snodo fondamentale della nota - è stato chiarito che non ci sono mai stati rapporti di lavoro diretti fra lo studio Leclercq e l’architetto Mimram, presidente della commissione aggiudicatrice. In sole tre occasioni c’è stata una partecipazione congiunta a grandi progetti, dove i due studi hanno intrattenuto rapporti esclusivamente con il committente, senza alcun vincolo lavorativo diretto». E ancora: «La società esclude con certezza di essere “partner abituale di affari e di progetto” dei membri della giuria, condizione richiesta per la partecipazione. I progetti che vedono coinvolta la società risalgono a un periodo non recente, più precisamente tra il 2007 e il 2015, nel quale lo studio Leclercq Associés ha partecipato a centinaia di gare ed incarichi di progettazione internazionali». Fatte queste premesse, lo studio, scrivono da Parigi, «ritiene di aver agito in piena correttezza e auspica di poter presto procedere alla progettazione definitiva del centro direzionale».

Insomma, fatti passare quasi tre mesi, lo studio francese si apre alla città di Palermo per mandare un messaggio preciso: «Vogliamo realizzare quest’opera - afferma François Leclercq, architetto e urbanista, partner di Leclercq Associés - con la piena collaborazione del territorio siciliano. Il centro direzionale è stato pensato proprio come piattaforma di dialogo. La grande differenza di questo progetto, infatti, rispetto agli edifici istituzionali tradizionali che si sviluppano secondo principi di giustapposizione - il palazzo chiuso, circondato dalla città classica - è, che qui, tutto è pensato in termini di sovrapposizione: la città aperta a tutti a livello del suolo con l'istituzione nella parte superiore». L'architetto si dilunga sulla filosofia che è alla base del centro ipotizzato. «La nostra - dice - non vuole essere un'opera architettonica definitiva e autosufficiente, ma un progetto-sistema: è un complesso di organizzazione urbana e spaziale in cui il nostro ruolo è quello di federatore di diverse azioni architettoniche. In questo contesto è un’opera che si presta nel tempo alla partecipazione e alla condivisione a livello architetturale e progettuale».

Da qui all'apertura a possibili modifiche il passo è  breve. «La proposta, così com'è stata concepita, non è un progetto monolitico e immutabile, ma - grazie alla sua modularità - dimensioni e contenuto sono flessibili e adattabili alle esigenze future: potrà quindi essere facilmente adattato alla necessità di una diversa quantità di superficie senza perdere il suo carattere e la sua efficienza», aggiunge Leclercq. «Il progetto - conclude - punta ad avere un impatto positivo immediato sul territorio, contribuendo all’occupazione e all’economia. Prevede inoltre la realizzazione di infrastrutture dal concreto impatto sociale, ospitando scuole, centri medici, auditorium, una biblioteca e altre attività di carattere pubblico. Anche per questo è importante procedere rapidamente e si auspica una rapida soluzione».

La nota fornisce poi alcune informazioni su questo studio francese  che si propone come «federatore di diverse azioni architettoniche». Leclercq Associés, conclude il comunicato,  è «una struttura multidisciplinare di circa 80 persone, che lavora sia su progetti architettonici che su progetti di scala internazionale. Lo studio da oltre trent’anni sviluppa un approccio trasversale che unisce architettura, urbanistica e paesaggio, spazi esterni ed interni, in cui l’attenzione alla sostenibilità e all’efficienza energetica rappresenta un’impronta distintiva».

La Regione, dopo le polemiche, due interrogazioni parlamentari e la sospensione della gara, dovrà adesso dire se intende procedere o revocare l'affidamento.

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