"Il fatto non sussiste: oggi un giudice lo ha sancito in una sentenza che afferma giustizia. Ringrazio il presidente Musumeci per non avermi mai fatto mancare la sua fiducia e gli avvocati Franco Inzerillo e Dario Vecchio per aver sostenuto in maniera magistrale le mie ragioni. Il senso di questa storia? L'abbraccio ideale che dedico a tutti coloro che mi hanno voluto bene e che mi vogliono bene".
Lo dice l'assessore regionale al Territorio Toto Cordaro, in merito alla sentenza di proscioglimento, perché il fatto non sussiste, pronunciata stamani dal giudice per le indagini preliminari di Termini Imerese, con riferimento ad un'ipotesi accusatoria di voto di scambio.
Solo 18 degli 87 indagati per voto di scambio dalla Procura di Termini Imerese sono stati rinviati a giudizio dal gup Valeria Gioeli. Escono dal procedimento denominato "Caputo Salvatore + 86" Mario Caputo, fratello di Salvino attuale parlamentare di Forza Italia, l’assessore regionale al Territorio Toto Cordaro e il deputato nazionale della Lega Alessandro Pagano, oltre all’ex presidente della Regione Totò Cuffaro. Erano tutti accusati di avere cercato di condizionare il voto comunale nel paese a 30 chilometri da Palermo e le elezioni regionali che si sono svolte nel 2017.
A queste ultime consultazioni era candidato Mario Caputo. Secondo la procura di Termini, il fratello Salvino, ex sindaco di Monreale e molto più noto come politico, avrebbe fatto credere di essere lui il candidato, per raccogliere più voti. Cosa che, secondo la procura, avrebbe costituito un inganno ai danni degli elettori, condizionando la loro libertà di voto. Tra i 18 rinviati a giudizio c'è anche Salvino Caputo, andato a processo però per un solo capo di imputazione relativo a una turbativa d’asta, e l’ex sindaco di Termini Imerese Francesco Giunta, anche lui solo per un capo di imputazione. Le accuse di voto di scambio sono cadute.
"La Corte di Cassazione e la Cedu - dice l’avvocato Salvino Caputo - hanno stabilito che non possono essere utilizzate le intercettazioni disposte in un’altra inchiesta. In questo caso le intercettazioni erano state richieste per l’inchiesta sui furbetti del cartellino. Il giudice le ha dichiarate inutilizzabili".
Caricamento commenti
Commenta la notizia