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L'assessore Zito si presenta: "Il programma? Avere la capacità di sapere raccontare Palermo"

"Da cittadino attivo ho fatto sempre politica". Lo ha dichiarato Mario Zito, neo assessore alle Culture del Comune di Palermo nel giorno della sua presentazione. "Aldilà della mia esperienza all'Accademia di Belle Arti come docente e poi direttore, provengo dal mondo dell'associazionismo, dello scoutismo anche nazionale", precisa in apertura di conferenza stampa.

"Il mio programma? Avere la capacità di sapere raccontare Palermo. Attraverso l'esperienza di Palermo manifesta, la città si è svelata. Abbiamo negli occhi le visioni della città che gli artisti ci hanno donato. Ci siamo accorti di quanto è bella, della pedonalizzazione di via Maqueda. Palermo si è svelata, adesso deve iniziare la fase in cui Palermo si deve raccontare. Ci deve essere un narratore ma anche chi ascolta, a volte i ruoli si confondono. Dobbiamo sapere raccontarci, storia millenaria ma anche contemporanea".

"Dobbiamo saper ascoltare la periferia e gli abitanti di Palermo - ha aggiunto -. Nel racconto ci sta tutto il mio programma che sicuramente condivido con impegno che mi è richiesto con il sindaco, la giunta e le istituzioni dall'università al conservatorio, dalle grandi fondazioni ai teatri, dalla curia all'Accademia di Belle Arti".

"La parola continuità e discontinuità con l'assessore che mi ha preceduto non esiste - ha puntualizzato -. Per me esiste solo il progetto città e vanno trovati elementi di continuità e discontinuità con i predecessori da inserire nel programma. Ho una mia personalità ed è giusto metterla in luce e si armonizzi in un progetto di città che Orlando sta portando avanti e su cui io mi sto inserendo in corsa".

"L'altro sogno che ho è mettere in atto con la giunta come disse Vittorini: 'Se la città è bella, i cittadini sono belli'. Chiedo l'aiuto a tutte le forze cittadine affinchè ci impegniamo a mettere in luce tutta la bellezza", ha poi aggiunto.

"L'assessorato non deve mettere soldi per eventi ma creare progettualità, creare un modello vincente per i giovani e per il loro futuro. È finita la stagione dei finanziamenti a parenti ed amici per concerti e sagre - precisa -. Io sono un pessimo amministratore a casa mia ma ho amministrato un bene pubblico per 6 anni e so bene cosa vuol dire. I pochi soldi servono da investire in progetti che servono per il post e non per l'immediato".

"A Palermo abbiamo musei unici in Italia, capisco le chiusure per il lockdown ma adesso basta, non devono stare chiusi. La palazzina cinese, il museo Pitrè, ad esempio, devono stare aperti", ha poi annunciato.

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