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Una storia antica legata al mondo delle auto

Dal fascino senza tempo delle «Tribune» all’attualità: così Cerda è diventata celebre

Cerda, il paese in provincia di Palermo è, per eccellenza, la terra del carciofo grazie anche proprio alla promozione della sagra che si svolge ogni anno nel mese di aprile ma anche a tante altre iniziative lungo l’anno. Un monumento alto dieci metri è stato sistemato in piazza davanti alla chiesa Madre, il simbolo di un ortaggio povero che ha fatto la fortuna del paese: qui non c’è trattoria dove il «fiore con le spine» non venga cucinato in mille modi. Cerda è un comune di appena 5.214 abitanti e sorge in una zona collinare tra l'Imera Settentrionale e il Torto, e una volta era denominato come feudo di Calcusa.

Calcusa era un casale facente parte dell'allora Contea di Golisano dalla quale, nel 1430, ne fu distaccato dal re Alfonso V il Magnanimo, figlio di Ferdinando I d'Aragona, mentre era conte Gilberto Centelles, il quale, autorizzato dallo stesso re, lo cedette al conte di Geraci Giovanni Ventimiglia. L'erede di quest'ultimo, Luciano Ventimiglia, signore di Castronuovo nel 1453, vende a sua volta il feudo ad Antonio de Simone Andrea, con diritto di riscatto entro 20 anni. Da questa data e per circa due secoli il feudo appartenne alla famiglia Bardi. Il nipote Salvatore, nel dicembre del 1526, ottiene dal re Carlo V l'autorizzazione a riunire gente, tramite bando, nei feudi di Calcusa, presso il «Fondaco nuovo». Anche se questa data potrebbe rappresentare l'inizio effettivo della comunità di Cerda, la licentia populandi ottenuta rimase senza esecuzione. Un primo nucleo di case, con una chiesa e alcuni magazzini, è documentato solo nel 1626, come testimonia un atto di vendita rinvenuto. Un borgo, quindi, forse chiamato «Taverna nuova» o appunto «Fondaco nuovo», probabilmente per indicarne la funzione di stazione di sosta per coloro che dovevano inoltrarsi verso le Madonie o l'interno della Sicilia.

Dalla famiglia Bardi il feudo passò alla famiglia San Esteban y de la Cerda signore di Calcusa Vallelunga e di Fontana murata. E questa è la prima notazione in cui spunta il nome di Cerda.
E l’automobilismo? A circa 7 chilometri dal centro abitato si trovano le «Tribune», ricordo della mitica Targa Florio la gara automobilistica su strada più antica del mondo. Per gli appassionati è un luogo da non perdere, sia nei giorni delle gare lungo le strade delle Madonie, sia semplicemente per ammirare un luogo ancorato a una storia decennale di passione a 4 ruote.

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