Con le vigne sdraiate sulla sabbia o abbarbicate alle falde del vulcano, le escursioni termiche che infuocano gli acini per poi raggelarli, i terreni ondeggianti tra limo, argilla e calcare, dove prosperano macchia mediterranea e vegetazione subtropicale, la Sicilia srotola il suo tappeto di vigne per parecchi dei quattrocento chilometri che separano Marsala da Messina e i duecentocinquanta esistenti tra Palermo e Ragusa.
Per esplorare il ricco panorama enologico siciliano, è in arrivo una bussola affidabile e ben documentata: la Guida ai Vini di Sicilia 2025 del Giornale di Sicilia, firmata dall’autorevolezza di Slow Wine e curata da Francesco Abate e Giancarlo Gariglio, con il coordinamento editoriale di Olivia Reviglio.
Verrà presentata domani a Palermo, al Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari Forestali dell’Università (ore 10), assieme ai protagonisti e sarà in edicola da mercoledì 4 dicembre, in abbinamento facoltativo al Giornale di Sicilia e alla Gazzetta del Sud al costo di 3.50 euro, più il prezzo del quotidiano.
Racconto tra tecnica e cultura
La Guida, frutto di un lavoro certosino sul campo, racconta i vini siciliani non solo dal punto di vista tecnico, ma anche culturale, restituendo al lettore una fotografia autentica e appassionante delle cantine e dei produttori. «È un appuntamento ormai irrinunciabile - sottolinea il direttore responsabile del Giornale di Sicilia, Marco Romano -. Il settore dell’enogastronomia in Sicilia continua a essere particolarmente florido e, dunque, meritevole di attenzione e sostegno. Crediamo che, ancora una volta, il lavoro fatto con Slow Wine miri a valorizzare l’intero comparto in cui spiccano numerose eccellenze».
Con un approccio che mette al centro il territorio, ogni bottiglia recensita diventa ambasciatrice di una Sicilia ricca di biodiversità, dal Nero d’Avola, corposo e avvolgente, al Grillo, elegante e fresco, fino ai complessi e minerali rossi dell’Etna, Eldorado vinicolo siculo. Un’enologia, quella siciliana, ricca di sfumature. Viaggiare in lungo e in largo per le strade, talvolta avventurose, di questa regione fa comprendere, anno dopo anno, quali siano le sue enormi complessità, in parte espresse e in parte ancora da scoprire.
«I vini che raccontiamo - spiegano i curatori - provengono da un trittico di annate eccezionalmente complesse. Pur diversi da un punto di vista climatico, i tre millesimi 2023, 2022 e 2021 sono accomunati dalle difficoltà che i produttori hanno dovuto affrontare per salvaguardare il patrimonio viticolo e la qualità delle uve. Le risposte alle condizioni climatiche avverse sono state ovviamente differenti a seconda delle zone, delle varietà e dell’età dei vigneti, ma ci pare evidente come queste stiano sempre più incidendo sui vini prodotti di anno in anno, con la conseguenza che è necessario rivedere o ripensare la gestione del vigneto. Occorre evitare atteggiamenti autoreferenziali; mai come oggi è necessaria una riflessione corale che coinvolga tutti gli attori della filiera, consumatori compresi. Solo così sarà possibile orientare, e non subire, il mercato».
La Guida non è un elenco di etichette premiate: è una narrazione, fatta di storie di vignaioli coraggiosi, di famiglie che da generazioni curano le loro vigne come figli e di giovani imprenditori che innovano senza mai dimenticare la tradizione.
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