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Craxi, Provenzano e Forello: «Un fatto grave i manganelli al comizio di Giorgia Meloni»

Gli scontri fra i manifestanti e la polizia durante il comizio di Giorgia Meloni a Palermo (foto di Igor Petyx)

«I manganelli apparsi al comizio della Meloni sono un fatto grave, una misura assolutamente sproporzionata ed un triste presagio di quel che sta per accadere nel paese. Chiederò stamane al questore di Palermo la ragione di questa violenza verso pacifici avversari politici della signora Meloni. In questi giorni per quattro fischi hanno piagnucolato e hanno ottenuto una inutile prova muscolare delle forze dell’ordine. La verità è che ci sono apparati dello Stato che si sono messi al servizio della campagna elettorale di Fratelli d’Italia perché ritenuti vincenti. Ne hanno fatto le spese ieri sera a Palermo le giovani femministe malmenate per aver protestato contro le pericolose banalità che esprime la signora Meloni sui diritti delle donne». Lo dice Bobo Craxi, esponente socialista, candidato all’uninominale Palermo 2 per il centrosinistra.

«La coppia Meloni-Varchi - aggiunge - ha ottenuto che le forze dell’ordine aggredissero a Palermo le proprie avversarie politiche, dando una prova muscolare di controllo del territorio contro una decina di femministe. Una cosa triste».

Anche il vicesegretario del Partito democratico Peppe Provenzano parla di «un fatto gravissimo. Attivisti e femministe caricati, coinvolta una giornalista. Meloni nei giorni scorsi aveva quasi preannunciato questo esito. Inquietante. L’Italia è una democrazia. Alle contestazioni non si risponde con la violenza. Non torniamo al passato», scrive su Twitter.

«Quanto accaduto ieri a Palermo, con i manifestanti e i giornalisti colpiti dalla polizia durante il comizio di Giorgia Meloni, è una cosa gravissima», dice Ugo Forello, candidato al Senato di +Europa. «Non si può negare - aggiunge - il diritto di manifestare ed esprimere le proprie idee. Questa azione dimostra quale direzione prenderebbe l’Italia se il 25 settembre dovesse vincere il centrodestra. Tutti vedrebbero negato il proprio diritto di manifestare ed esprimere le proprie idee». Secondo Forello «nessuno ieri aveva intenzione di fare del male, era soltanto lì ad esprimere il proprio disappunto ma la cosa gli è stata negata, così come è stato negato ai giornalisti di svolgere al meglio il proprio lavoro. Il comportamento e la repressione voluta da certi candidati - conclude Forello - andrebbero messi sotto la lente d’ingrandimento, con le loro idee riporterebbero l’Italia ad un sistema totalitario che negherebbe i diritti a tutti. Il 25 settembre facciamo restare libera l’Italia votando per i diritti che con +Europa sono al primo posto».

In una nota il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni parla invece di disordini «scatenati dai centri sociali che volevano impedire il normale svolgimento del comizio elettorale di Fratelli d’Italia. È intollerabile - aggiunge - che questi nemici della democrazia, con la loro protervia, con le loro azioni violente e antidemocratiche impediscano alle persone per bene di fare il loro lavoro».

Per Mariangela Di Gangi, consigliere comunale di Progetto Palermo, «quanto avvenuto ieri in centro, con scene di violenza inspiegabile da parte delle forze dell'ordine contro alcuni manifestanti e giornalisti, è un fatto estremamente grave». Ieri sera, dice il consigliere, «chi era sceso in strada per manifestare il proprio dissenso, lo stava facendo pacificamente, esercitando un proprio diritto. È altrettanto ovvio, del resto, che le forze di polizia e la questura abbiano il preciso dovere di garantire a tutti tale diritto, garantendo al contempo l'ordine pubblico. Invece ieri le forze dell'ordine sembravano avere un'altra priorità: quella di garantire il diritto di manifestazione e parola ad una forza politica (e davvero ha poca importanza quale fosse), negandolo a decine di cittadini che non hanno commesso alcun reato né hanno minacciato di farlo. Credo sia quantomeno opportuno che qualcuno spieghi perché e chi ha deciso - creando, sì, tensioni che fino a quel momento non c’erano state - che un corteo di cittadini e cittadine non potesse defluire liberamente, nel momento in cui era chiaro che non vi era alcuna intenzione di interferire con la manifestazione di Fratelli d'Italia. In una campagna elettorale che fin qui è stata, almeno nella nostra città, sostanzialmente civile, pur nella forte divergenza di opinioni fra le parti, non vorremmo che proprio dalle forze dell’ordine arrivasse un primo allarmante segnale di quella che eufemisticamente potremmo definire una preoccupante caduta di stile istituzionale».

«Un’azione di “contenimento”, come è stata chiamata, con la mano così pesante contro attivisti noti che manifestavano pacificamente e anche contro i giornalisti che facevano il loro mestiere, lascia di stucco, è sintomo di un clima pesante. Un clima che la stessa Meloni sta contribuendo ad alimentare», dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino. «Il confronto democratico, la civile protesta contro idee e politiche che non si condividono - e nel caso di ieri sono molti i punti che ci accomunano ai manifestanti nella critica alle posizioni espresse dall’esponente di Fratelli d’Italia - esigono libertà di espressione e di potere essere praticati serenamente - dice Mannino - soprattutto durante snodi delicati come quelli rappresentati dai periodi elettorali. Dovrebbe invece destare preoccupazione e essere posto sotto la massima attenzione l'atteggiamento di taluni candidati della destra che non esitano in queste ore a inneggiare al fascismo e ai periodi più bui della storia dell’Europa e dell’Italia. Vogliano andare avanti, non tornare indietro, la democrazia va protetta».

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