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Fp Cgil, il Comune di Palermo contro lo sciopero: «Precettati i lavoratori dei servizi educativi e per l’infanzia»

Il Comune di Palermo precetta i dipendenti dei servizi educativi scolastici 0-6, ovvero il personale addetto alle scuole infanzia e agli asili. Con una nota inviata oggi alle 13,30 a tutti i dipendenti dei servizi in questione, con riferimento allo sciopero generale di domani 29 novembre di Cgil e Uil, il Comune obbliga i lavoratori e le lavoratrici ad astenersi dallo sciopero per assicurare i servizi educativi scolastici, individuati come servizi essenziali.

«È stato precettato un contingente di personale di quasi la metà del numero di lavoratori – dice il segretario generale Fp Cgil Palermo, che ha subito risposto con una diffida inviata al Comune in cui si contesta la legittimità del provvedimento -. La normativa non prevede un contingentamento per quanto riguarda i servizi per l'infanzia. Il Comune si rifà a una norma di un contratto collettivo decentrato di moltissimi anni fa, nel frattempo il settore è stato interessato da diverse novità normative. E oltre a questo, non vengono elencati i nominativi di chi dovrebbe andare a lavorare. E soprattutto non viene rispettata la norma che prevede che il preavviso per il contingentamento deve essere di almeno 5 giorni».

Nella nota del Comune, firmata dallo staff dirigente ufficio servizi educativi e scuole d’infanzia 0-6, per le 12 scuole d’infanzia e i 26 asili nido si intima la presenza al lavoro di circa la metà dei 500 dipendenti tra educatori ed educatrici, insegnanti, ausiliari e collaboratori, cuochi, portieri e amministrativi.

«Il Comune di Palermo come Salvini – è la replica di Gattuso -. La diffida l’abbiamo inviata anche alla commissione di garanzia per il diritto allo sciopero. E comunque noi non ci fermeremo, andremo avanti e invitiamo il personale a scioperare. Si tratta di un provvedimento illegittimo sotto diversi profili, sia temporale, in violazione dei termini di legge, visto che lo sciopero si tiene domani, che per il fatto di indicare i lavoratori in modo generico. Se ci fossero i nomi qualcuno potrebbe domani scambiarsi di posto e partecipare. Un atteggiamento teso a ostacolare il diritto di sciopero».

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