Dichiarato nullo il licenziamento collettivo di 11 dipendenti dell’Hotel Excelsior di Palermo, scattato nel marzo del 2021, nel periodo della pandemia in cui l’albergo di via Libertà era chiuso per lavori di ristrutturazione.
La Luxory Private Properties è stata condannata ieri dal tribunale di Palermo a dover reintegrare i suoi 11 dipendenti, tutti iscritti alla Filcams, che ricoprivano le qualifiche di chef, barman, front office, cuoco capo, addetto alle cucine, al ricevimento, alla cassa e ai servizi in sala, sul posto di lavoro.
La decisione è stata presa dal giudice del lavoro Paola Marino che ha accolto le ragioni dell’impugnativa del licenziamento presentata dai dipendenti. La Luxory dovrà pagare un’indennità risarcitoria per ciascuno, commisurata all’ultima retribuzione, e al versamento dei contributi assistenziali e previdenziali.
Dopo l’interruzione dell’attività a causa del Covid, l’azienda aveva licenziato tutti i dipendenti della struttura, molti con anzianità di servizio pluridecennale, tranne un lavoratore adibito alle manutenzioni, che è rimasto in servizio a vigilare sui lavori di ristrutturazione. La sentenza di primo grado ritiene «inidonee e insufficienti» le ragioni alla base dei licenziamenti perché non sussisteva fin dall’inizio l’ipotesi di definitiva cessazione dell’attività.
«Una sentenza che ci riempie di soddisfazione, ci abbiamo creduto sin dall’inizio in questa battaglia - dicono il segretario generale Filcams Cgil Palermo Giuseppe Aiello e la segretaria Filcams Alessia Gatto (nella foto) - Il giudice ha volutamente fatto riferimento a una recente sentenza della Consulta, la 128, che ha ritenuto costituzionalmente illegittima la normativa del Jobs Act in relazione all’esclusione dalla reintegra nei licenziamenti per insussistente motivo oggettivo.
E ha ritenuto discriminatoria la volontà di licenziare i lavoratori, invece di sospendere il loro rapporto di lavoro attivando gli ammortizzatori sociali previsti. Una volontà determinata esclusivamente da un motivo illecito, ovvero quello di sostituire integralmente il personale, quasi tutto assunto prima del 2015, con personale di nuova assunzione, con conseguente applicazione di tutele più limitate».
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