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Palermo, arriva la campagna della Filcams-Cgil in difesa dei lavoratori del turismo

La campagna nazionale «Mettiamo il Turismo Sotto Sopra» sbarca oggi, 25 luglio, a Palermo. La Filcams Cgil organizza la settima tappa del tour nazionale 2024, per sensibilizzare cittadinanza, turisti, lavoratrici e lavoratori sullo stato del settore turistico. «Il turismo non può continuare a essere precarietà e sfruttamento, come purtroppo è nella nostra realtà - dice la Filcams Palermo -. Dare dignità al lavoro significa dare valore all’intera compagine che quel lavoro alimenta e sostiene». Dalle 10 alle 12 la Filcams Cgil Palermo attrezzerà una postazione fissa nei pressi dello stabilimento balneare Charleston-Le Terrazze. Nel pomeriggio, a partire dalle 16, la campagna sarà itinerante per le vie del centro storico, tra piazza Verdi, corso Vittorio Emanuele e via Maqueda, per la distribuzione di materiale informativo e gadget.

«È importante dare informazioni e sensibilizzare gli addetti al settore anche in considerazione dei rinnovi contratti collettivi del turismo, che porteranno alcuni adeguamenti – dichiarano il segretario generale Filcms Cgil Palermo Giuseppe Aiello e la segretaria provinciale Alessia Gatto -. Nelle campagne portate avanti negli anni passati abbiamo avuto la possibilità di toccare con mano la condizione di chi opera nel turismo a Mondello e a Palermo. Un settore che dovrebbe essere di punta, ma dove lavoro sottopagato è la norma e i lavoratori in grigio e in nero, sfruttati, non si espongono, per paura di perdere il posto. La precarizzazione è molto estesa: con i contratti a stagionali, a termine, i lavoratori rimangono comunque ricattabili».

Per questo la Filcams cercherà il più possibile di intercettare le condizioni di disagio dei lavoratori dei pubblici esercizi, di ristoranti, bar, bed and brekfast, strutture balneari e i locali della movida, distribuendo volantini e materiale informativo per accrescere la consapevolezza sui diritti di chi opera nel settore.

Lavoratori che sottostanno al ricatto di situazioni precarie e irregolari. «Molti stagionali – proseguono Giuseppe Aiello e Alessia Gatto - hanno contratti per prestazioni part time ed effettuano anche oltre 10, 12 ore di lavoro al giorno. E gli stagionali, sono i più vulnerabili tra le tipologie di lavoratori che normalmente incontriamo. Il loro è un lavoro precario, senza sosta, senza il giusto riconoscimento. Non dà loro possibilità di programmare il futuro perché a fine stagione non avranno più un lavoro. Nella nostra realtà risultino sottostimati tutti i dati che indicano che il 70 per cento del lavoro nel turismo è irregolare, il 40 per cento è precario, il 60 per cento risulta a tempo parziale e l’80 per cento dei lavoratori è sotto inquadrato e con retribuzioni più basse rispetto ad altri settori economici».

 

 

 

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