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Termini Imerese, torna il sogno della produzione di auto: investitori cinesi interessati all'ex Fiat, ma il governo vuole vetture interamente made in Italy

Sul futuro dello stabilimento pende ancora il ricorso della cordata esclusa, che peraltro ha risposto polemicamente al ministro Urso

Mentre oggi il Tar del Lazio si è dichiarato incompetente sul ricorso presentato da Sciara Holding sull’aggiudicazione dell’impianto ex Fiat e Blutec di Termini Imerese al gruppo catanese Pelligra Italia, ritorna la suggestione della produzione di auto alle porte di Palermo. Complice il clima internazionale e l’arrivo dei dazi sulle auto prodotte in Cina, i produttori orientali stanno cercando siti dismessi in Europa. Li hanno trovati in Polonia e anche in Spagna alle porte di Barcellona. Movimenti che sono sotto la lente del ministero del Made in Italy. E così lo stesso ministro Adolfo Urso, lunedì scorso (27 maggio), a margine della firma del protocollo sui fondi Fsc, prima di incontrare le associazioni datoriali, ha spiegato come proprio in questa ottica il sito di Termini sia attrattivo.

«Termini Imerese è un sito interessante che ha ancora una struttura capace di produrre auto - ha spiegato Urso -. Le case automobilistiche, non solo cinesi, stanno visitando diversi siti produttivi del nostro Paese perché ritengono che possa essere particolarmente attrattivo per realizzare modelli innovativi». Per Urso «siamo attrattivi perché abbiamo una filiera della componentistica straordinaria e perché c’è un ecosistema di università, centri ricerca e designer che ha fatto nel tempo dell’auto italiana un modello in Europa. Ma - avverte Urso - ci sono due condizioni che abbiamo posto: deve produrre e non solo assemblare con la componentistica italiana e realizzare nel nostro Paese anche la parte sensibile e intelligente dell’auto. In maniera che le auto prodotte in Italia siano davvero made in Italy e composte con le componenti prodotte dalla filiera dell’automotive».

Intanto, in seguito alla pronuncia di incompetenza del Tar del Lazio, si allungano i tempi sull'esame del ricorso presentato dalla cordata guidata da Sciara Holding contro la decisione di affidare al gruppo Pelligra l’ex stabilimento. Sul tema lunedì si è espresso lo stesso ministro: «L’assegnazione è avvenuta su una procedura che era ferma da diversi anni. Non ci sono irregolarità, mi auguro che il Tar dia ragione al ministero». Parole alle quali hanno replicato i legali di Sciara: «Il ricorso è motivato dalle irregolarità da noi rilevate nella procedura di assegnazione, sia formali che sostanziali, e che la documentazione ricevuta dal ministero, a seguito di domanda di accesso agli atti, risulta carente di atti, verbali e documenti essenziali, tutte cose che però è giusto siano valutate non dalle controparti, ma dai giudici del Tar».

Il fascicolo è stato trasferito a Palermo e a questo punto potrebbe slittare la data per l’aggiudicazione formale dello stabilimento alla Pelligra Italia srl. Il gruppo etneo sarebbe già pronto a insediarsi, secondo quanto detto a Palermo dallo stesso Urso.

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