L’incendio che pochi giorni fa ha distrutto Monte Inici, che domina Castellammare del Golfo, in provincia di Trapani, riducendo in cenere oltre 350 ettari di bosco e macchia mediterranea e mandando in fumo il 30 per cento degli alberi, è solo l’ultimo di una lunga serie che ha visto nel 2023 il suo annus horribilis. In Sicilia, infatti, la scorsa estate, le fiamme hanno divorato circa 51 mila ettari, nella maggior parte dei casi terreni agricoli e boschi, sferrando un duro colpo all’economia dell’Isola, con danni stimati dalla Protezione civile in decine di milioni.
Una superfice più che doppia rispetto a tutte le altre regioni italiane messe insieme. A parlare sono i dati dell’ultimo Rapporto sugli incendi boschivi realizzato dall’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. L’Isola risulta «la regione con la maggior superficie percorsa da incendi, sia come area totale, che come area a copertura esclusivamente forestale».
La provincia che soffre di più è quella di Palermo «che da sola rappresenta circa un terzo del totale nazionale delle superfici forestali percorse da incendio (3.174 ettari), seguono Messina (1.066 ettari) e Siracusa (995 ettari)», anche se i roghi non hanno risparmiato il resto del territorio siciliano. A proposito di Palermo si ricorda ancora con preoccupazione l’allarme diossina scattato dopo l’incendio che ha colpito la discarica di Bellolampo: l’Arpa aveva rilevato la presenza della sostanza in contrada Inserra, i cui valori superavano di dieci volte l’ordinario.
Il problema degli incendi in Sicilia non è una novità. Secondo una relazione della Commissione regionale antimafia, nel 2021, i roghi sono stati più di ottomila, cioè una media di 135 al giorno. E negli anni successivi le cose non sono andate meglio. Molti incendi sono causati dal cambiamento climatico, ma ci sono anche altri fattori, come siccità, ondate di calore eccessivo, fulmini, a cui si aggiunge l’irresponsabilità di alcuni comportamenti umani, per esempio i mozziconi di sigaretta abbandonati nella natura. Diverso è invece il caso dei roghi dolosi. Secondo la Protezione civile, in Italia il dolo è la causa preponderante. Ogni anno nel nostro paese si verificano migliaia di reati di questo tipo che causano danni incalcolabili, in termini di perdita di biodiversità, in valore economico e in sacrificio di vite umane.
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