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Insegnanti di sostegno, in Sicilia oltre 13 mila candidati per 147 posti mentre al Nord le cattedre restano vuote

I dati elaborati dalla Cisl scuola denunciano situazioni al limite della realtà. La denuncia di una aspirante prof

Il paradosso è sempre più evidente. Insegnare in Italia è molto più facile al Nord che al Sud. Ma non tutti gli aspiranti docenti sono disposti a cambiare città e di conseguenza vita. I dati pubblicati dalla Cisl scuola sul comparto degli insegnanti di sostegno denunciano situazioni davvero al limite della realtà.

Basti pensare che mentre in Lombardia per la scuola dell’infanzia i 440 posti messi a concorso se li contenderanno soltanto 84 candidati. Per la primaria, nella stessa regione, il dato è ancor più clamoroso: 171 aspiranti per 4.111 posti. Sempre il Lombardia, nella secondaria di primo grado, anche se tutti i candidati (sono 530) vincessero il concorso, rimarrebbero scoperti i due terzi dei posti a disposizione, che sono 2019. Sulla stessa lunghezza d’onda, con scarti più o meno consistenti tra domanda e offerta, viaggiano Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Toscana per la primaria. In Liguria, per la secondaria di I grado, risultano 16 concorrenti per 191 posti. E al sud, cosa accade? In Sicilia vengono i brividi. O per meglio dire, monta la rabbia degli aspiranti insegnanti di sostegno. Nella scuola dell’infanzia, i posti da ricoprire sono soltanto 15 a fronte di 1299 candidati. Mentre alla primaria da ricoprire sono 51 posti che dovranno contendersi 3357 docenti. Non va meglio alla scuola secondaria, né di primo, né di secondo grado. Alle medie, meglio conosciute così, i posti da assegnare sono 50 ma i candidati sono ben 3337. Alle superiori 31 posti per 5538 aspiranti prof.

Ma è davvero una situazione accettabile? Sicuramente no per i candidati che aspettano da anni un posto fisso. Così come denuncia Marika Faraci, 28 anni, monrealese, tiktoker e creatrice di contenuti digitali, ma soprattutto un'insegnante di sostegno che già ad ottobre scorso sollevò un caso poi diventato nazionale, sulla scuola e le sue inefficienze e contraddizioni. «Come possiamo ottenere una cattedra qui in Sicilia, se i posti sono così pochi a fronte di una mole così elevata di candidati – si domanda amareggiata –. Vedere la situazione al nord, così opposta alla nostra realtà, è imbarazzante e paradossale. Ad oggi, siamo in attesa del nuovo concorso per il 2024 e non si conoscono ancora le date delle prove né le città di svolgimento. Eppure entro il mese sarebbero dovute iniziare le selezioni. Il mondo della scuola, qui in Sicilia, sembra sempre più inaccessibile».

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